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Intervista all'ex ministro determinato nella nuova avventura
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Claudio Scajola va avanti dritto per la sua strada che è quella di candidato a sindaco di Imperia. Le critiche del centrodestra locale non lo fermano e nel suo studio, a due settimane dalla convention che lo ha lanciato in questa nuova avventura politica,  è ancora più carico.  Ecco l'intervista.

Ha cambiato idea, ha perso entusiasmo e le è aumentato?
Mi sono sentito più impegnato perché sapevo di avere un forte
consenso in città, ma non immaginavo così vasto. Questo mi ha impegnato ancora di più per cercare di fare una buona campagna elettorale.

Nel suo ufficio è vero che arrivano anche proposte anche da gente di rifondazione che le manifestano disponibilità?
Io sono stato a lungo esponente politico nazionale, ho ritenuto di fronte alla crisi dei partiti e alla confusione dominante che si dovesse partire da Imperia con un concetto diverso: quello di comunità, parlando dei problemi concreti fuori da schemi rigidi, dando indicazione di un sogno, del futuro. Un progetto aperto a tutti contro nessuno

Da storico coordinatore di Forza Italia lancia un messaggio alla politica tradizionale?
Sì, da quello che raccolgo fuori città da telefonate e incontri un po' in tutta Italia c'è molta attenzione ad un concetto che credo vada ripreso fortemente. Si può recuperare un rapporto del cittadino con la politica con la P maiuscola se si parte dalle comunità locali. Questo è quello che intendo fare affinché i partiti abbiamo una presenza più forte sul territorio.

Lei scende in campo in un momento nel quale a Imperia hanno trionfato alle politiche i Cinquestelle Pensa che il voto espresso alle politiche sia convinto o si possa recupare? 
Le elezioni politiche sono una cosa diversissima dalle amministrative. Ad Imperia ancora di più, perchè partiamo da una situazione molto difficile. Un comune che ha perso la sua maggioranza andando avanti, che di fatto è senza governo cittadino. Problemi enormi, una crisi mai vista, l'Agnesi che
se n'è andata, il porto fermo. Quindi è ancora più forte la volontà del cittadino di dire 'ditemi chi è il sindaco', quindi è più forte la persona del simbolo. Questo quindi mi fa dire che non ci sarà corrispondenza tra il voto politico di un mese fa e quello amministrativo di giugno.

Scajola la sua voglia di mettersi in gioco è talmente forte da andare oltre le inchieste giudiziarie che la coinvolgono e anche la determinazione nel voler pensare che gli imperiesi vadano oltre?
Io mi sono dimesso da ministro senza un avviso di garanzia, ho subito molte indagini molte inchieste e tre processi. Ne sono uscito sempre indenne perché i fatti non sussistevano, sempre con archiviazioni. Hanno talmente esagerato che c'è stato un effetto opposto. I cittadini hanno nei miei confronti il senso di una persona che colpito si è messa da parte e ha aspettato che le cose si chiarissero. Ed è nata nei miei confronti una fiducia crescente che mi fa piacere, mi onora e mi responsabilizza ancora di più. Nell'evento che ha lanciato la mia candidatura ho iniziato con una frase di Pericle del 431 Ac. ed è il rispetto per i magistrati perché io credo, nonostante tutte le indagini subite, che ci voglia il rispetto delle istituzioni e anche dei magistrati.

Silvio Berlusconi la sente solo per gli auguri come emerso in aula in un processo a Reggio Calabria o vi fate gli auguri spesso?
Ci facciamo gli auguri spesso e nonostante qualche malevola interpretazione arancione se si leggono bene e si ascoltano con radio radicale in diretta le dichiarazioni, io mi sono addirittura commosso perché Silvio Berlusconi mi ha fatto degli elogi sperticati. Mi sono incontrato con lui, io sono molto  contento del rapporto con Berlusconi.

Ci sarà il simbolo di Forza Italia accanto alla sua candidatura?
Le posso dire di più che Berlusconi ha detto: qualcuno potrebbe mai pensare che ci potesse essere un simbolo di Forza Italia contro Claudio Scajola che è la storia di Forza Italia?

Perchè il simbolo non si è ancora palesato?
Io voglio partire su questa esperienza amministrativa non dai simboli, non con i simboli, ma da un'esperienza di comunità civica aperta a tutti. Non mi interessano i simboli.

Potrebbe essere Forza Italia 4.0. Toti della sua candidatura ha detto che per Imperia lei non è la cura ma la malattia, cosa replica?
Non voglio far polemiche, quindi non rispondo a Toti. Ognuno si afferma nella vita anche con i modi gli atteggiamenti e le parole che dice. Da sole queste danno l'espressione e l'impressione di chi le dice

Le liste arancioni hanno conquistato la Liguria. Qui ad Imperia?
Le liste arancioni hanno voluto dire la distruzione dei partiti moderati per arrivare al partito unico di destra. Io sono contro, non mi interessa e non fa parte della storia dell'elettorato che ho contribuito a costruire in Forza Italia.
Ci sono state vittorie significative del centrodestra in Liguria, ma non va dimenticato che la sinistra era divisa in due, tre addirittura quattro pezzi. Non si esaltano i voti, ma si esaltano i risultati che si ottengono. Sul caso di Imperia non so se ci sarà una lista arancione, ma non mi interessa. Quello che mi interessa è focalizzare in questa fase soltanto l'attività amministrativa di questa città. Aperto a tutti e contro nessuno e quindi anche non contro Toti. Vorrei che si parlasse dei problemi della mia città e così farò.

Suo nipote Marco assessore della giunta Toti, ma presente in platea alla sua convention. Che succede?
Di Scajola ce ne sono già troppi. Quando ho sentito che Marco (Scajola,ndr) ventilava l'ipotesi io ho detto se si candida lui non è il caso che lo faccia io. Ho aspettato 40 giorni e non si è affacciata nessuna candidatura né quella di Marco né quella di altri e allora ho detto: mi candido perché dobbiamo studiare i problemi della città. Devo sentire la gente per capire cosa si aspetta nel futuro. Poi mi pare di capire che qui la ricerca di un candidato sindaco, qui la ricerca è quella di ostacolare la mia discesa a candidato sindaco. E non so se tutto questo è apprezzato dai cittadini.

Il metodo con cui scende in campo senza consultare il resto del  centrodestra, c'è il rischio frazionamento che potrebbe fare il gioco dei Cinquestelle.
Io le ho detto prima che la mia discesa deriva dalla constatazione della città di Imperia e dalla nascita da parte della comunità di questo progetto e quindi non c'era nessun bisogno di mettere insieme le sigle di partito in un tavolo per dividersi i posti. Per me non esiste e non esiterà mai. Mi sono consultato con qualcuno, con la persona a me più cara a livello storico che si muove tra Roma e Milano (Berlusconi,ndr) e ho ascoltato un pensiero di gradimento e incitamento. Non dovevo certo andare a chiedere ad altri, a Toti se dovevo candidarmi o meno.

A giugno ipotizziamo che lei diventi sindaco, quali sono i primi atti da compiere?
Spero e credo che si vincerà al primo turno proprio perché la proposta che ho fatto è fuori da sigle e da schemi, una proposta di rilancio della città. Tutti insieme contro nessun per far rinascere Imperia. Obiettivo: dare lavoro.

Può un sindaco da solo farlo senza l'appoggio di Regione e Governo?
E perchè i contesti in cui si deve operare devono essere dello stesso colore? Se fosse così sarebbe grave solo poterlo annunciare, ma non è così. Io mi sono trovato a fare il ministro quattro volte e mi sono relazionato prima con
l'amministrazione Biasotti poi con l'amministrazione Burlando. Non ho mai pensato che si potesse dare un'attenzione maggiore della Liguria a seconda di chi era all'amministrazione della terra. L'amministrazione pubblica è fatta qualcunche livello per risolvere i problemi non per fare gli annunci. Io qua
intendo che il primo dovere sia rilanciare la nostra città.

Quello che lei propone ad Imperia potrebbe essere il nuovo laboratorio politico oltre liste arancioni?
Io capisco che voi abbiate un'attenzione particolare per gli arancioni che noto ogni volta che faccio zapping con il telecomando, ma io non ho intenzione di parlare di questi arancioni. Io ho intenzione di parlare dei problemi della gente, fuori dalle sigle, fuori dalle arroganze, fuori dalle prepotenze. Contro nessuno, per la gente.