salute e medicina

Viale: "Metodo sbagliato, così diamo argomenti ai No Vacs"
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È scontro sul decreto Lorenzin che prevede vaccini obbligatori per iscriversi a scuola e pesanti conseguenze per i genitori inadempienti. Al termine della conferenza delle Regioni, chiamata a dare un parere non vincolante, il presidente Bonaccini ha provato a insabbiare la fronda: “Sono tutti d’accordo, tranne il Veneto che farà ricorso”. La verità è che da Aosta a Palermo, Liguria compresa, non c’è nessuno che non abbia storto il naso.

“Le Regioni sono tutte d’accordo, sì, ma nel criticare il testo del decreto Lorenzin – spiega l’assessore regionale ligure Sonia Viale – abbiamo condiviso un documento approvato ad amplissima maggioranza con una serie di osservazioni tecniche. Bonaccini dice il vero, ma a metà”. Il presidente veneto Zaia ha già pronto nel cassetto il ricorso. “No ai metodi coercitivi”, è il mantra dalle sue parti. E la Liguria potrebbe presto seguirlo. “Anche noi, insieme alla Lombardia, ci riserviamo la possibilità di fare ricorso se non saranno recepiti i nostri punti”.

L’assessore Viale specifica che non si tratta di una crociata anti vaccini. Anzi: “Siamo d’accordo sulle vaccinazioni, le riteniamo importanti. È il modo che è sbagliato: le imposizioni, le sanzioni, addirittura la sospensione della patria potestà hanno solo spaventato e non hanno aiutato a comprendere l’importanza della prevenzione. Il governo ha scelto il modo peggiore”.

"Nel documento approvato - scrivono in una nota congiunta l'assessore Viale e il suo omologo lombardo, Giulio Gallera - chiediamo, tra l’altro, di prevedere un maggiore e più attento utilizzo del sistema di farmacovigilanza rispetto alle attività vaccinali e di prevedere l’obbligo di vaccinazione anche per gli operatori sanitari coinvolti nei processi assistenziali ai minori. Se queste modifiche saranno accolte integralmente, bene, perché il decreto sarà migliorato. In caso contrario , se queste modifiche non saranno accolte integralmente, verranno valutate le azioni necessarie ai fini del loro recepimento”.

Gli ultimi emendamenti hanno portato da 12 a 10 il numero dei vaccini obbligatori, ridotto le sanzioni ed eliminato il riferimento alla patria potestà. Ma l’impressione da parte di molti è che regni il caos. Anche perché nel testo ci sarebbero addirittura inesattezze di natura scientifica: ad esempio il vaccino per l’emophilus B verrebbe indicato come obbligatorio fino all’età di 16 anni mentre si dimostra efficace solo entro i cinque.

Tutto questo, chiosa la vice presidente Viale, ha un solo risultato: “Un effetto boomerang. C’è stato un passo indietro, ma ormai il danno è fatto. Così hanno dato argomenti ai ‘no-vacs’, quelli che su basi non scientificamente fondate hanno creato sacche di resistenza ai vaccini. Abbiamo dato anima e corpo a chi invece doveva essere combattuto”.