Cronaca

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Raramente nella vita mi è capitato di disprezzare così un essere umano. Ma l’autore o gli autori del disastro che ha mandato letteralmente in fumo centinaia di ettari di macchia mediterranea sulle alture di Genova non merita altro. Quando, da piccolo, dalla finestra di casa mia vedevo bruciare il Monte Fasce, ricordo che i miei genitori davano la colpa ai pastori che, a detta loro, appiccavano il fuoco per bruciare le sterpaglie e creare così nuovi pascoli. Possibile, assolutamente un comportamento ignobile, ma possibile. Ma quanto è successo in questi due giorni è sicuramente opera di malati di mente (non trovo altro modo per definirli) che nulla hanno a che fare con la pastorizia.

Con questo stato d’animo mi sono così unito al Presidente del municipio Levante Carleo (che era già “sul pezzo” da oltre 24 ore) e alla collega Rossetti, cominciando una attività di monitoraggio del territorio del Levante. Da Bavari a Sant’Ilario, questa l’area di nostra competenza, inerpicandoci per stradine impervie come solo certe strade di Genova sanno essere, abbiamo cominciato a girare in cerca di possibili focolai e di persone in difficoltà in modo da allertare i soccorsi. Contemporaneamente, altri colleghi Consiglieri (ringrazio fra tutti Milena Romagnoli e Giuliano Gattorno) ci hanno allertato da altre zone del territorio in caso di problemi. Non mi intendo di incendi, non sono un tecnico. Ma da quello che ho potuto osservare, la particolarità di questi roghi è stato che erano molti. I vigili del fuoco non facevano a tempo ad attaccare le fiamme in un punto che, dopo pochi minuti, si scopriva un nuovo fronte a qualche centinaio di metri di distanza. Innescato senza alcun motivo apparente.

Abbiamo assistito a scene di rara intensità umana, dalla titolare di un noto centro sportivo sulle alture, distrutta per l’imminente disastro (scampato grazie alla altissima professionalità dei vigili del fuoco intervenuti), ad una povera donna anziana che rifiutava di abbandonare l’alloggio nel quale conviveva con quaranta gatti, trenta cani e due caproni. Anche qui, gli intrepidi pompieri hanno saputo domare le fiamme che già lambivano il giardino permettendo alla donna di rimanere nel suo umile rifugio. Questa esperienza mi rimarrà dentro per sempre, consapevole che, nonostante i mugugni, quando ci sono persone in difficoltà, lo Stato c’è, eccome.

* Consigliere Pdl Municipio Levante