salute e medicina

L’insufficienza valvolare mitralica è la seconda patologia valvolare più diffusa al mondo
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Arrivare al cuore attraverso una vena della gamba, mediante l’applicazione di una speciale molletta sui lembi della valvola mitralica, senza fermare il cuore, senza aprire il torace: è la Mitraclip una nuova tecnica cardiochirurgica introdotta per primi in Liguria dall'Iclas (Istituto Clinico Ligure di Alta Specialità) di Rapallo.


L’insufficienza valvolare mitralica è, dopo la stenosi aortica, la seconda patologia valvolare più diffusa al mondo. Le valvulopatie mitraliche sono patologie che impediscono il corretto funzionamento della valvola situata tra l'atrio e il ventricolo sinistro del cuore. Si parla d'insufficienza mitralica nel caso in cui la valvola non riesce a chiudersi correttamente e il sangue, invece di proseguire il suo cammino verso l’aorta, procede in senso contrario; mentre la stenosi è la conseguenza di un eccessivo restringimento dell'orifizio (apertura) valvolare.


Da anni, la sostituzione e la riparazione di questa parte del cuore, hanno consentito alle persone che ne soffrivano di riprendere una qualità di vita migliore, con aspettative di vita migliori e più lunghe.
Nel corso del tempo è stato altresì possibile perfezionare delle tecniche che consentissero un uguale risultato con accessi al cuore sempre meno invasivi.
 

Da qualche anno, per poter trattare i pazienti con più elevate complicanze cliniche o a maggior rischio per sopportare un intervento cardiochirurgico, è stata perfezionata una nuova tecnica la Mitraclip appunto. Si tratta di una una procedura mini invasiva che non prevede l'apertura del torace e consente di ridurre il rigurgito mitralico mediante il posizionamento di una clip che diminuisce l’apertura della valvola. L’intervento viene eseguito in anestesia generale attraverso la vena femorale destra; il paziente viene dimesso dopo 1 o 2 giorni.


A Rapallo recentemente sono stati trattati cinque pazienti per la prima volta in Liguria dall’equipe diretta dal dottor Paolo Pantaleo. Il risultato degli interventi è stato ottimale e i pazienti, dopo un breve soggiorno di osservazione, sono stati dimessi, in condizioni decisamente migliori.