Cronaca

48 secondi di lettura

Quando, nel nostro, Paese, accadono le tragedie naturali, cioè le ribellioni di una natura violentata per anni, istintivamente vado a osservare il Bisagno, a Genova. Ieri l’ho fatto, attraversandolo all’altezza di via Montaldo.

Andate anche voi a vedere. É una foresta di piante, alcune di una considerevole altezza, tutte frontute, è pieno di arbusti, detriti. Il letto del torrente è completamente ostruito, fa paura. Tutte le volte che Genova è sotto un acquazzone, rischiamo.

La nostra città (ma tutta la Liguria cementificata per anni e anni a mare e a monte) rientra nelle zone rosse delle aree a rischio idrogeologico. Ci sono zone che sono più delicate di altre a cominciare dal Bisagno e dai torrentelli e dai rivi che riversano acqua nel suo corso. Vorrei una risposta da chi deve controllarlo: la Provincia forse? Il Comune? Va bene così, trasformato in foresta o dovrebbe essere sgombero, pulito, libero di far defluire le acque?