Il derby della Lanterna numero 118 lo ha vinto la Sampdoria. E lo ha perso il Genoa. Ma lo hanno vinto anche i tifosi delle due squadre per le scenografie, la correttezza, i cori, il clima, ambiente spettacolari in uno scenario unico come lo stadio Luigi Ferraris. E poi lo hanno perso entrambi i presidenti.
Ha perso Preziosi che ha visto mettere a nudo ancora una volta gli enormi limiti della squadra che ha costruito: attacco spuntato grazie all’improvvida cessione di Piatek a gennaio (che autorevoli commentatori definivano lungimirante operazione di mercato, mentre Giovanni Porcella giustamente la descriveva come una scelta sbagliata è molto rischiosa) e poi ruoli non coperti a partire dagli esterni dove la qualità è bassissima. Giocatori assemblati apparentemente a casaccio, più probabilmente seguendo le logiche del trading del pallone: affari conclusi con l’obiettivo delle plusvalenze, tralasciando aspetti tecnici e tattici.
E ha perso anche Ferrero: anziché limitarsi all’ennesimo siparietto, che comunque non sarebbe stato divertente, per festeggiare il successo nel derby ha ben pensato di rivolgere nuovi insulti e sgarbati attacchi ai giornalisti, a chi come Maurizio Michieli ha scritto che quello di questa domenica sarebbe stato l’ultimo derby per il viperetta. La cosa, oltre ad essere lo scenario più probabile viste le trattative in corso, è l’auspicio di un numero sempre maggiore di persone: tifosi della Samp in testa, ma anche molti appassionati di sport che sono stufi di assistere a sconclusionate uscite in zona mista e deprimenti ospitate in trasmissioni televisive.
Il teatro di questo derby di vincitori e vinti è stato il Luigi Ferraris, tempio del calcio, teatro di sport, contenitore di decenni di storia, luogo di gioie e più spesso dolori per amanti del pallone di una città che sa amare la sofferenza. E questo stadio pur malconcio e maltenuto, resta comunque il più affascinante per giocare una partita di calcio. È alla luce di chi ha vinto (i tifosi) e di chi ha perso (i presidenti), ma anche delle trattative che vanno avanti a Tursi per dare in concessione lo stadio per 99 lunghissimi anni alle due società, testa e cuore, logiche economiche e amore per questo impianto impongono una domanda: Genova e i genovesi, tifosi e non, vogliono far gestire il tempio di Marassi a questi due signori?
Sia chiaro, crediamo che una soluzione per la gestione, la ristrutturazione, la manutenzione dello stadio vada trovata. Crediamo che non si possa più pensare al Comune di Genova come entità che più o meno direttamente possa gestire il Ferraris. E sappiamo bene che lo stadio di Marassi è oggi l’unico impianto dove Genoa e Sampdoria possono e potranno giocare. Ma anche per questo e proprio per queste ragioni pensiamo che oggi sia necessario porre questa domanda. A chi stiamo dando (o ‘regalando’) la gestione del Ferraris? E vogliamo aprire un dibattito pubblico e serio su tutte le soluzioni possibili.
sport
Una domanda sullo stadio Luigi Ferraris
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