cronaca

Il punto della situazione in Italia
2 minuti e 56 secondi di lettura
Un mese esatto alla vigilia di Natale. Un mese e una settimana alla fine del 2020. Il Covid e le misure per contenerlo hanno stravolto tempi e abitudini. A un mese dall'inizio delle festività il governo italiano cerca soluzioni per bilanciare economia ed emergenza sanitaria.

Il premier Conte ospite a Otto e mezzo sul La7 è stato chiaro: "Sullo spostamento tra regioni a Natale, ci stiamo lavorando ma se continuiamo così a fine mese non avremo più zone rosse. Tuttavia, il periodo natalizio richiede misure ad hoc. Si rischia altrimenti di ripetere il ferragosto e non ce lo possiamo permettere". E' proprio allontanare il rischio di ripetere quanto accaduto in estate che spinge il governo insieme al Comitato tecnico scientifico a valutare attentamente le decisioni da prendere.

Intanto il prossimo 3 dicembre scade l'attuale Dpcm. Per venerdì è attesa la nuova valutazione sui rischi delle singole regioni. La misura verrà rinnovata e adattata alla situazione che il quadro sanitario metterà di fronte. Ma niente cenoni con feste, niente settimana bianca ribadisce il premier: "Non possiamo concederci vacanze indiscriminate sulla neve. Anche per gli impianti da sci, il problema del protocollo è un conto ma tutto ciò che ruota attorno alle vacanze sulla neve è incontrollabile".

Conseguenze dirette e indirette per commercianti e tutti coloro che lavorano e fatturano a dicembre, mese cardine per l'economia nazionale. Conte assicura che sono già stati stanziati 2 miliardi aggiuntivi ed è previsto uno scostamento di 8 miliardi di bilancio. Il Natale non è solo una festa ma una ruota che fa girare l'econimia del paese e incide sul Pil.

E mentre la Liguria è la regione che registra il maggior calo dell'indice Rt e si aspetta a dicembre di tornare 'gialli' e rivedere aperti i locali anche la sera (GUARDA QUI), da Roma arriva la speranza di vedere ripartire almeno la scuola. "Cercheremo di aprire le scuole prima di Natale, stiamo lavorando per questo", ha affermato il presidente del Consiglio. Una porta aperta che lascia ben sperare chi ha sempre deifeso l'idea di una scuola aperta per tutti: "Non possiamo immaginare a dicembre di avere strade affollate il pomeriggio e scuole superiori chiuse la mattina" spiega il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina.



E poi c'è il capitolo vaccini anti Covid anche se nel mezzo chi aspetta di vedersi somministrato il vaccino anti influenzale. Al momento sono tre i vaccini che hanno ottenuto i risultati più promettenti contro il Covid-19: quello sviluppato da Oxford e AstraZeneca, quello di Pfizer e BioNTech e quello di Moderna. La corsa va avanti e altri sono in fase di studio. A gennaio è attesa la prima tranche, la Liguria con Alisa ha già predisposto un piano individuando 23 ospedali in tutta la regione che avranno il compito di fare il vaccino. Le parole del microbiologo Crisanti hanno scatenato mille polemiche nelle ultime ore. Lui ribadisce che "senza i dati" non farà il vaccino.

 Vaccino che in prima battuta sarà riservato a persone fragile, personale medico e personale che lavora a contatto col pubblico. Ma sull'opportunità di farlo il presidente del Conisglio spiega: "Non c'è un orientamento per l'obbligo del vaccino, ma lo raccomandiamo. L'obbligo è scelta forte. Io lo farò senz'altro perché quando sarà ammesso sarà sicuro e testato. Sarà disponibile prima per le categorie vulnerabili ed esposte. Penso che il vaccino ci sarà da fine gennaio".