Politica

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Sulla schiena di Marta Vincenzi sono piombate a raffica alcune eredità pesanti della giunta precedente: la rete di società partecipate con una pletora di consiglieri d’amministrazione opportunamente gettonati, la vicenda dell’Ami, cioè quella specie di deposito dei debiti dell’Amt, poi Sportingenova che ora Palazzo Tursi deve ricomprarsi sborsando parecchi milioni, infine questa incredibile storia del piano regolatore approvato troppo in fretta, saltando evidentemente alcuni passaggi obbligati e che oggi, la Vincenzi deve sbrigliare pena la paralisi della città.

Il lamento dei costruttori, francamente, lascia il tempo che trova: farebbero bene a lamentarsi da altri, a rivolgere le loro proteste peraltro giustificate ad altro indirizzo. Per i cittadini genovesi è un’altra scure che potrebbe riservare brutte sorprese se la politica non riuscirà rapidamente a porre rimedio al pasticciaccio. In una fase critica per la città, con alcune opere indispensabili che devono muoversi immediatamente (gronda), altre magari dense di perplessità che però devono marciare verso una definizione dando agli imprenditori le certezze di tempi che chiedono (Galliera, piazza Dante, Lido) altre ancora di manutenzione che avrebbe dovuta essere fatta una decina d’anni fa, quando i comuni avevano più disponibilità e non rinviata, nascondendo polvere e ragnatele dietro i mobili, la mazzata potrebbe essere devastante.

Speriamo che la politica bipartisan metta i cerotti necessari.