tecnologia

Sperimentazione con sentenze in materia di separazione e divorzio
1 minuto e 46 secondi di lettura
Un algoritmo in grado di analizzare le sentenze emesse dai giudici e capire quali siano le soluzioni adottate in presenza di determinati presupposti comuni ai vari casi: è quanto prevede la sperimentazione che sarà condotta dal Tribunale di Genova e dalla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, che hanno firmato una convenzione per avviarla. La tecnologia non si sostituirà al magistrato, ma servirà a ridurre il contenzioso, a capire meglio le motivazioni dietro una determinata decisione, ad aiutare il legislatore nella stesure di leggi e provvedimenti, a stilare sistemi tabellari come quelli che esistono per i risarcimenti per gli infortuni.

Avviata per la prima volta in Italia, la sperimentazione prevede diverse fasi: il progetto dell'architettura di banca dati e hardware, quindi le sentenze vengono 'ripulite' da dati sensibili e quindi analizzate dall'algoritmo. "E' un progetto a lunghissimo respiro che potrà essere utile per gli avvocati, per il legislatore, per i giudici e per i singoli cittadini", ha spiegato Giovanni Comandè, docente di Diritto privato comparato alla Scuola superiore Sant'Anna.

La sperimentazione partirà con le sentenze in materia di separazione e divorzio, quelle che quantificano i risarcimenti per danni non patrimoniali e, tra queste, quelle di risarcimento del danno da stress e da mobbing lavorativo. L'algoritmo potrebbe così essere usato per creare tabelle come nel caso di risarcimento danni per gli infortuni.

"Non si tratta di creare una statistica
. Si tratta di ricostruire i percorsi logici delle decisioni per vedere quali sono i ragionamenti sottesi e comuni. Capire se si riesce a trovare percorsi di lettura che possano essere usati da giudici e avvocati per capire qual e' l'orientamento di un tribunale in una determinata materia", ha detto il presidente del tribunale Enrico Ravera.

Il tribunale di Genova non è stato scelto a caso. "Qui siamo stati i primi ad aderire al processo civile telematico. Ormai è tutto digitalizzato. Ogni anno si iscrivono e si chiudono in media 25-30mila cause: una mole di materiale informatico che, una volta reso anonimo, potra' essere prezioso per la sperimentazione", ha concluso il presidente di sezione Domenico Pellegrini.