Sport

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L'Uisp nazionale prende posizione sulla riforma dello sport annunciata dal Coni. Ecco il testo del documento: " Il Coni annuncia di voler affrontare la crisi economica e l'inevitabile contrazione dei finanziamenti pubblici con una ristrutturazione che bada ad individuare gli sprechi, ma che guarda anche ad una riforma che renda più efficiente ed efficace il sistema sportivo italiano. Per questo parla di riduzione degli organismi federali, di soppressione dei Comitati Provinciali del Coni, di valorizzazione dello Sport per tutti. Questo approccio è convincente. Rappresenta solo l'avvio di una riforma più generale del sistema sportivo, ma è un avvio corretto. D'altra parte una riforma non è rinviabile. La crisi sta colpendo con violenza le società sportive di base, quelle che con il volontariato permettono ai cittadini di avviarsi alla pratica sportiva e proseguirla per obiettivi di miglior benessere, socialità, salute. Sempre meno sono le risorse, sempre maggiori le responsabilità per i dirigenti volontari. Si allontanano gli sponsor, si avvicinano i controlli fiscali spesso incongrui e penalizzanti. Le famiglie rinunciano a spendere per lo sport. Quello che è a rischio è il grande bacino della pratica promozionale, amatoriale, per tutti, che sorregge e alimenta la specializzazione agonistica, l'individuazione dell'eccellenza tecnica, ma che soprattutto contrasta la sedentarietà, l'abbandono dello sport da parte dei giovani, gli stili di vita poco sani e a rischio. Quella rete di centomila associazioni che rappresentano un tessuto di partecipazione, di animazione sociale decisivo nel nostro territorio.

La priorità assegnata nella manovra allo sport per tutti per rilanciare la diffusione dello Sport trova la Uisp e le società sportive a noi affiliate naturalmente disponibili a dispiegare sul territorio la nostra esperienza e le nostre buone pratiche. Misureremo la sincerità di questa impostazione. Ben vengano, in questo senso, le indicazioni e le campagne che su questo tema il Coni vorrà produrre e la collaborazione con le Federazioni sportive e le associazioni che si vorranno misurare con serietà sul problema irrisolto dell'accesso allo sport per tutti i cittadini nessuno escluso.

La collocazione del Coni sul territorio attraverso i suoi uffici infatti, al di là della passione e della volontà dei singoli dirigenti, non poteva supplire alla mancanza di programmazione da parte dello Stato, alla scarsità delle risorse e alla difficoltà di convogliarle sulle società sportive di base. Impossibilitati a svolgere una funzione di governo, i Comitati hanno tentato di svolgere dunque, con fatica, quella di rappresentare il mondo sportivo, ingessati però in una struttura che ricalcata su quella nazionale (vedi lo scarsissimo ruolo riconosciuto agli Enti di promozione), e collocata su un ambito territoriale di dubbia efficacia sportiva come la Provincia, non ha
consentito di rappresentare la vivacità, la ricchezza del fenomeno sportivo sul territorio. Non sono mancati perfino i passaggi in cui il Comitato è stato avvertito come un ufficio concorrenziale verso l'intero movimento, come quando l'attività peraltro lodevole di diffusione dell'educazione motoria nella scuola primaria è stata gestita in modo talvolta burocratico e autoreferenziale, allontanando di fatto dalle scuole società sportive, Federazioni ed Enti di Promozione che da anni sviluppavano con competenza e fatica progetti di qualità. Noi dunque non ci riconosciamo in una rappresentazione che vorrebbe dividere il mondo sportivo fra chi sta
con Roma e chi sta con il territorio.

Lo Sport nasce, si sviluppa, svolge la sua grande funzione sociale sul territorio. Lì siamo, lì vediamo la crisi di un sistema che non risponde alle attese. Proprio per questo abbiamo approvato il disegno di autoriforma del Coni in quanto apre nuove opportunità, toglie ogni alibi a chi deve governare e a chi deve sostenere e finanziare lo sport sul territorio. La diffusione dello sport è un problema di tutti, ne va della salute e del benessere dei cittadini, nessuno escluso.

Lo sport deve essere oggetto di politiche pubbliche, finalmente. Ci esorta su questo anche l'Unione Europea. Noi abbiamo proposto in questo senso una più completa riforma del sistema sportivo: lo Stato dia gli indirizzi e indichi le fonti di finanziamento, le Regioni programmino e pianifichino gli investimenti, i Comuni definiscano priorità e attività sul loro territorio.

Il mondo sportivo, impegnato nel Comitato Olimpico Nazionale, si organizzerà sul territorio con la sua ricchezza e diversità per rispondere e farsi trovare pronto e unito nel dialogo con istituzioni locali, società civile, imprese, sia come protagonista attraverso lo sport nelle politiche della salute, sociali, ambientali, turistiche del territorio, sia per ottenere scelte, normative e finanziamenti che consentano di mantenere e sviluppare le proprie attività. Crediamo che nessuno debba sentirsi orfano. Si apre una fase, difficile per l'economia del paese, dove c'è posto per la passione sportiva di tutti, per offrire occasioni di sport e movimento a tutti.
In questa fase sarà importante coinvolgere chi lo Sport lo fa, sapere cosa pensano i dirigenti, gli operatori delle società sportive di base. Contiamo nei prossimi giorni di dare voce a chi raramente viene chiamato a parlare e di rilanciare insieme la necessità di una riforma complessiva dello sport italiano".