cronaca

Il ricordo del figlio Cristiano: "Si è sempre schierato dalla parte degli ultimi"
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Palazzo Ducale preso d'assalto nel giorno del ricordo di Fabrizio De André, a vent'anni esatti dalla sua scomparsa. "Preferisco ricordarlo il 18 febbraio, il giorno del suo compleanno", dice commosso Cristiano, il figlio.

Patrimonio collettivo, culturale, italiano ma soprattutto genovese, la memoria di Fabrizio De Andrè ha richiamato migliaia di persone all’evento che ha visto sul palco, oltre a Cristiano De André e Dori Ghezzi, anche personaggi come Fabio Fazio, Gino Paoli, Antonio De Scalzi, Neri Marcoré, Morgan, e i padroni di casa Luca Bizzarri e Ilaria Cavo.

Dori Ghezzi: "E’ speciale il modo in cui le persone ricordano Fabrizio senza mitizzarlo, ma pensando per la persona che era e l’artista che era, quello che vogliamo da oggi è riuscire finalmente a dare la dignità che merita alla figura del cantautorato, perché anche se Dylan ha vinto il nobel, c’è ancora tanta strada da fare".

Cristiano De André: "Cosa ti manca di lui? A me manca lui. Preferisco ricordarlo nel giorno del suo compleanno, il 18 febbraio. Ci siamo ravvicinati nell'ultimo periodo della sua vita e se fosse ancora qui avremmo fatto qualcosa insieme. È stata una persona di una coerenza talmente alta da non farsi scalfire mai. Non si è mai rassegnato né fermato un attimo a godersi il proprio successo. Si è sempre schierato dalla parte degli ultimi, degli emarginati, contro le guerre ed è diventato un appiglio per moltissimi"

Gino Paoli: "Fabrizio era l'amico. Un ragazzo dolcissimo molto dolce e semplice quando era sano, non quando era ubriaco. Non ci siamo mai presi sul serio. Oggi ad esempio vi manderebbe tutti affanc... . A Genova è nato il primo cabaret. E io cantavo in mezzo allo spettacolo. Quando non ho più potuto l'ho fatto fare a Fabrizio anche se aveva una paura fottuta del pubblico. Mise un leggio con un foglio di musica e si nascose lì dietro con il capo incazzato nero perché non si vedeva. Fabrizio l'ho amato perché era un cucciolo come un amico.  È così legato con Genova ed è importante, è il più genovese tra me, Luigi e Bruno. Era l'alter ego di Don Gallo. Cercava gli umili. L'identità di Fabrizio è questa, ma per me è solo un amico che rimpiango".

Neri Marcoré: "Grazie per l'invito. Non voglio parlare come chi è stato figlio, compagna o amico ma da parte di tutti noi che ha ricevuto un lascito. Ognuno di noi ha il suo Fabrizio. Oggi sarebbe importante la sua voce in quest'epoca proprio per la sua coerenza che non ha mai tradito. Oggi parlerebbe di migranti, di questa società impazzita, di quello che sta succedendo, lo farebbe a modo suo sorprendendoci tutti con un modo diverso di guardare la realtà. Ne parlo come uno che ha sentito dischi e concerti. Io non ho nessuna venerazione mitologica, ma credo fosse un essere umano con pregi e difetti e per questo lo ammiro ancora di più. Anche oggi ci darebbe una lezione con l'esempio rispetto a chi litiga sui social".

Fabio Fazio: "Ringrazio Dori per l'invito. Noi siamo qua per un piacere egoistico per sentire parlare di lui, per sentirlo vicino. Io sono qua per sentire come voi parlare di lui. Distinguo Fabrizio e De André. È l'intellettuale, il poeta e l'artista De André che aveva il dono della sintesi. 'Cantami di questo tempo l'astio e il malcoltento' potrebbe essere stata scritta ieri. Fabrizio appartiene a Dori e Cristiano, il dono che mi ha fatto è l'amicizia con Dori. Quando mancò mi ricordo di aver pianto, l'ho incontrato 4 volte ma non lo conoscevo. Con lui è successo qualcosa di straordinario, per ciascuno. Spiegheremo ai nostri figli chi era: non c'è soddisfazione più grande di sentire i miei chiedere spiegazioni. Dori canterà il suonatore Jones assieme a Nicola Piovani domenica, mentre con Cristiano ci rivedremo attorno alla data del compleanno".

Morgan: "Anima grande che vive ancora in mezzo a noi. Io mi sento in famiglia, un figlio di De André, quindi ciao fratello (a Cristiano). La canzone è l'unica forma della musica, alcuni oggi parlano e la insegnano, altri non la insegnano. Vorrei che si partisse da De André per insegnarla, colui che ha scritto La canzone. Quelle di De André folk, quelle rock pop di Battisti sono i modelli da seguire. De André è stato un momento altissimo musicale".