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Dalla depressione della C alla carica finale con la festa per le vie della città
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Il 10 giugno del 2007 dopo lo 0-0 casalingo col Napoli davanti ad un Ferraris gonfio di passione, il Genoa tornava in serie A da dove mancava dal '95. Un inferno abbandonato in un pomeriggio caldissimo in tutti i sensi ma che vide poi esplodere la gioia irrefrenabile di tutto il mondo rossoblù peraltro al fianco dei napoletani anch'essi promossi. Il presidente Enrico Preziosi si andò a riprendere ciò che aveva buttato via col pasticcio del 2005 col Venezia che costò tra polemiche e tensioni il crollo in C del Grifone.


Un disastro anche economico, va detto sopportato in quei momenti dallo stesso Preziosi, che però unì il Genoa e la sua tifoseria che in due stagioni fece il doppio salto in alto. In quel campionato così difficile per la presenza della Juventus e dello stesso Napoli, ma anche del Bologna e di altre formazioni competitive, la squadra affidata con coraggio all'emergente Gasperini si esalto' fino ad arrivare col cuore in gola al terzo posto distanziando le altre concorrenti con quei punti che evitarono i pericolosi playoff. Rubinho, Bega, De Rosa, Rossi, Leon, Gasparetto, Di Vaio, Coppola, tanto per fare dei nomi s'imposero su tutto e tutti, persino si fronte alla mazzata della sconfitta di Mantova alla penultima giornata che poteva costare tantissimo.

Dalla depressione alla carica finale con la festa per le vie della città con il persino compunto Pastorello e il timido Capozucca a fare da capopolo sul pullman. Fu una promozione che andò oltre alla serie A ritrovata. Il Genoa aveva rischiato di sparire se negli spareggi in C Dante Lopez non avesse fatto gol alla Salernitana. Basta voltarsi indietro a vedere quel film per capire cosa e' stato quel torneo e soprattutto quel 10 giugno. Un resurrezione. Ma cosa è rimasto 13 anni dopo di quel momento? Intanto sempre la serie A come Preziosi aveva promesso e non è da disprezzare, ma c'è anche il rovescio della medaglia.

Si perchè quella svolta aveva fatto sognare e per un po' i risultati alimentarono le ambizioni della Nord. Salvezza tranquilla e poi il ritorno di Milito e la Champions sfiorata. Ma fu Europa, dopo i fasti di Spinelli di molti, troppi, anni prima. Ancora buoni risultati, ma intanto la girandola di giocatori aumentava sempre di piu'. Cessione di Milito, Thiago Motta, Ferrari del baby El Sharawy e a seguire altri come Bocchetti, Soktratis e ovviamente Criscito. Li' finirono le illusioni, ma comunque Gasperini garantiva lo show e il cash. Occasione enorme persa. Da lì al primo posto la società mise il bilancio con l'unico scopo di non finire nelle ultime tre del campionato. Furono sbagliati pure alcuni allenatori, Malesani per esempio, con tanto di psicodramma col Siena, ma ci fu anche qualche buona stagione con Ballardini e Palacio, fino al trauma incredibile dell'Europa conquistata con ancora il Gasp in panca e Perin, Rincon, Kucka, Falque, Pavoletti e Niang in campo, ma svanita per la mancata licenza Uefa.

Lì il Genoa perse la strada e ci fu lo strappo con la tifoseria mai più sanata. Altre cessioni per plusvalenze in totale di decine e decine di milioni. Il Genoa in questa classifica è quasi in cima al continente. Preziosi, di sicuro competente e politicamente attivo in Lega, sempre piu' contestato e quel clima irrefrenabile da fine della guerra del 2007 resta, a riguardarlo, solo un piacevole ma distante ricordo. Ora si torna in campo, senza entusiasmo soprattutto per altri motivi, ma con la speranza di conservare, come ultima trincea, con Nicola, Soumaoro, Ghglione, Sturaro, Pandev e Sanabria quel successo fantastico che diede di nuovo orgoglio ad un grande club e alla sua gente, ora pero' disillusa e consapevole che il futuro va vissuto alla giornata con Preziosi ancora senza licenza Uefa e con la voglia di mollare ma senza acquirenti alle porte.