cronaca

Secondo il bilancio del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale Carabineri
1 minuto e 46 secondi di lettura
Dopo il traffico di droga a livello internazionale il traffico di beni legati al patrimonio culturale è uno dei mercati più fiorenti anche in Liguria. Un dato su tutti: nel 2018 il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Genova ha recuperato nella nostra regione 211 beni di cui 156 reperti archeologici e 16 opere contraffatte per un valore complessivo stimato in circa 850mila euro.

Lo speciale nucleo dell'Arma l'anno scorso ha denunciato 44 persone nella nostra regione, il 69% in più del 2017. Questi numeri hanno consentito di dimezzare il numero di furti, anche se aumentano quelli nei luoghi di culto...

"Putroppo è l'anello debole - ha raccontato il comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Genova magg. Antonio Quarta - ma si lavora per prevenire come nel caso di Castelnuovo Magra in cui le indagini sono ancora in corso".

Proprio a Castelnuovo Magra nello spezzino grazie alla mobilitazione del paese si era infatti riusciti a sostituire per tempo una tela originale del pittore fiammingo Bruegel, custodita nella chiesa di Santa Maria Maddalena, con una copia che i ladri hanno portato via convinti fosse l'originale. 

Più in generale le opere trafugate nel nostro paese finiscono sempre più all'estero dall'America alla Francia, dal Belgio all'Austria alla Germania. Ma circolano anche nel nostro paese.

Come il quadro firmato dal verista Ferraguti fine 800, un verista del valore di alcune migliaia di euro, che rubato nel '94 in un'abitazione romana era finito in una casa d'aste a Genova. Per rendere irriconoscibile il quadro i ricettatori avevano addirittura dipinto altri elementi sulla tela come una pianta e un'edera rampicante su una balaustra, ma i carabinieri grazie alla banca dati dei beni culturali e con i rilievi della soprintendenza hanno accertato che il quadro era l'originale di cui da anni non si avevano tracce. Denunciate 6 persone tra venditori ed acquirenti.

"Nel quadro c'erano segni di un'alterazione e siamo arrivati alla soluzione grazie alle perizie - ha raccontato il comandante - visto il tempo trascorso non è stato possibile risalire ai ladri che materialmente hanno commesso il furto. E dunque abbiamo concentrato la nostra attenzione sui ricettatori".