cronaca

Processo su indagine dopo sequestro 2 tonnellate stupefacenti
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 Il pubblico ministero Federico Manotti ha chiesto la condanna a complessivi 113 anni di carcere per i membri dell'associazione che aveva messo in piedi un traffico di droga dal Marocco all'Italia. Lo stupefacente, hashish e marijuana, veniva stivato su camion che trasportavano agrumi o sui mezzi usati per i cantieri stradali spesso coperti da targhe rubate in Francia.


Tra i leader del maxi traffico di droga, secondo l'accusa, il torinese Franco Guastamacchia: per lui il pm ha chiesto 18 anni di carcere. Le altre richieste, per 11 imputati che hanno scelto il rito abbreviato, vanno dai 12 anni ai sei anni. Quest'ultima pena è stata chiesta per Davide Garcea, figlio del boss della 'ndrangheta Onofrio. L'indagine era partita proprio monitorando Garcea, che non avrebbe fatto parte dell'organizzazione ma sarebbe stato solo un acquirente all'ingrosso. Un solo indagato ha scelto il rito ordinario: il pm ha chiesto il rinvio a giudizio.

I carabinieri dal 2016 al 2018 avevano sequestrato due tonnellate di droga che avrebbero fruttato al dettaglio 20 milioni di euro. L'organizzazione, suddivisa in due gruppi, agiva sempre nello stesso modo: venivano assoldati camionisti pagati dai mille ai 2.500 euro a tratta per far passare i veicoli da Ventimiglia o per il confine piemontese. Il processo prosegue il prossimo sei febbraio.
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