cronaca

Il giorno dopo il nuovo decreto
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Il nuovo decreto per far fronte alla seconda ondata di coronavirus in Italia è già realtà (LEGGI QUI). Lunghi giorni di discussione tra Governo ed enti locali su come agire. Il girono dopo partono le valiutazioni sulle decisioni prese. Alcune misure si attendevano più marcate. E' il caso dei trasporti pubblici e delle scuole.


Proprio su questo secondo tema si è acceso il dibattito tra Regioni e il ministro Azzolina. Alla fine è stata scelta la linea morbida: tutti in classe e inizio lezioni delle superiori posticipato alle 9 con spinta a un maggiore scaglionamento. Una scelta che non ha lasciato le Regioni pienamente convinte, così come spiega il governatore della Liguria Giovanni Toti: "Sulla scuola abbiamo contestato il 'riunionismo' del ministro Azzolina che ci chiedeva di metterci attorno ai tavoli, cosa già fatta durante l'estate senza portare a misure incisive contro il virus. La proposta delle Regioni era molto semplice: ritornare alla didattica a distanza a rotazione per gli ultimi anni delle superiori. Si è rivendicata l'autonomia scolastica degli istituti, la possibilità di decisione dei capi istituto e delle direzioni scolastiche, ma in questo caso lasciare da sole le istituzioni scolastiche regionali che dipendono dal Governo senza indicazioni, non ha portato fortuna alle decisioni sulla scuola", commenta ancora Toti che è anche vicepresidente della conferenza delle Regioni.

Il ministro, anche nel corso della tesa giornata di ieri, ha ribadito che "la scuola in presenza è fondamentale per tutti, dai più piccoli all'ultimo anno del secondo grado". E punta invece su altri settori per ridurre il numero di viaggiatori sui mezzi pubblici. Anche questo altro aspetto lasciato con misure minime. Intanto il nuovo decreto è già in vigore. Le prossime settimane saranno utili per capire se quanto adottato è in grado di rallentare i contagi.