politica

Il governatore ligure apre a Cottarelli ma vuole le elezioni
4 minuti e 15 secondi di lettura
"Nel momento in cui non è possibile una maggioranza politica, a questo punto ogni soluzione mi va bene purché sia a scadenza. E nel frattempo si eserciti quella responsabilità che serve per portare il Paese ordinatamente alle urne". A dirlo, in un'intervista a Primocanale con Mario Paternostro, è il presidente ligure Giovanni Toti, figura di spicco in Forza Italia. In piena crisi politica, con Di Maio che riapre a Salvini e la Lega che spinge per votare il prima possibile, Toti chiarisce: via libera a una fiducia 'tecnica' a Cottarelli, ma urne aperte non appena sarà modificata la legge elettorale. 

Vorrebbe che Cottarelli ci ripensasse?
Guardi, il tema è questo: l'Italia ha problemi che devono essere affrontati urgentemente. Il primo è sterilizzare le clausole di salvaguardia, che significa non far pagare l'aumento dell'Iva per il prossimo anno e il successivo, 12 e 19 miliardi di euro che gli italiani pagherebbero col loro pane e il loro latte e i loro acquisti. La seconda cosa è che questa legge elettorale ha dimostrato di non funzionare, io l'avevo segnalato per tempo. Quindi si ricorre poi agli escamotage e alle soluzioni d'emergenza come Cottarelli o il governo giallo-verde. Credo che la legislatura sia avviata verso una fine precoce.

Lei che data vorrebbe per le elezioni?
Io sarei favorevole a votare nel momento in cui una legge elettorale consenta agli italiani di scegliere da chi essere governati, e dall'altro lato vorrei che gli italiani non paghino le conseguenze di non avere un governo, quindi bisogna fare prima la legge di stabilità. D'altra parte votare a luglio mi sembra un'ipotesi grottesca. Lo dico da presidente della Liguria che vive di lavoro stagionale, turisti, vacanze. Vorrebbe dire non solo distruggere un pezzo di vita degli italiani, ma votare a scuole chiuse, con le mamme in vacanza coi figli, coi ragazzi che arrotondano facendo i camerieri dopo aver dato gli esami: insomma, dare una spinta lontano dalle urne.

Quindi fiducia tecnica a Cottarelli?
Nel momento in cui non è possibile una maggioranza politica, a questo punto ogni soluzione mi va bene purché sia a scadenza. E nel frattempo si eserciti quella responsabilità che serve per portare il Paese ordinatamente alle urne.

E il dietrofront di Di Maio?
Ma no, se il governo giallo-verde riesce a insediarsi, io manterrò la benevolenza critica: non appoggerò mai un governo col Movimento 5 Stelle perché lo trovo molto distante da me. Detto questo, se in quel contratto di governo ci sono cose positive per il Paese, ben vengano. In ogni caso non sarebbe un governo uscito dalle urne, ma costruito in laboratorio per dare la possibilità di prendere decisioni in Parlamento e a Palazzo Chigi.

Lei ha un ruolo politico nazionale, più vicino alla Lega all'interno di Forza Italia. Ma questi moderati, alla fine, se si andasse al voto e la Lega fosse lanciata al 27%, chi li convince?
All'interno del centrodestra oggi ci sono tante anime, quella della Lega raccoglie molto favore popolare ma non è esclusiva e ci sono altri punti di vista. Io ho sempre lavorato per un centrodestra unito e le spiego perché: esiste, strisciante, anche in queste ore l'idea che in questo Paese può governare seriamente solo il centrosinistra. Il centrodestra, invece, rappresenta quella forza tranquilla di chi trascina il Paese, e credo che la Liguria dimostri il fatto che questa forza esiste e che il centrodestra di governo è una realtà. Ed è fatto da Matteo Salvini, oggi un leader sulla cresta dell'onda. Non è moderato? Io trovo spesso in lui la moderazione del buonsenso che, anche se condita da un linguaggio vivace ed effervescente, alla fine riporta le cose al loro posto. Il fatto che non possiamo vivere in un Paese dove qualcuno lavora quattro giorni la settimana e guadagna molto mentre qualcuno fa consegne a 40 gradi e guadagna quattro euro è la motivazione per cui l'establishment è sotto accusa. L'Europa ci guarda e ci giudica, ma prima dovrebbe farsi un esame di coscienza.

Cosa dirà a Salvini al Ferraris?
Quello che ho detto adesso: che non bisogna dare pretesti a una certa vulgata che ritiene che in questo Paese i conti in ordine, la serietà e la pulizia siano appannaggio di una parte politica. Dobbiamo dimostrare di dire le cose che abbiamo promesso a voce bassa ma con grande determinazion.

Quindi: "Dai l'ok a Cottarelli"? 
Qualsiasi soluzione a me va bene, da politico e da governatore, purché abbia obiettivi chiari: non far pagare il conto della crisi agli italiani, tornare a votare in un numero ragionevole di anni o mesi, che il centrodestra usi al meglio questo tempo perché c'è voglia di riformare dal profondo questo Paese. Portiamo avanti questa legislatura in modo più ordinato, cambiare mi va benissimo ma serve farlo e non gridarlo.

Se si andasse al voto in tempi rapidi, liste da rifare completamente?
Spero di rifare la legge elettorale e anche le liste. A me piacerebbe che tutti si potessero candidare e che i cittadini potessero scegliere.