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L'Asl 3 ha imposto il fermo ai lavori e una parziale riprogettazione dell’intervento
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13 settimane di stop al cantiere del Terzo Valico: una nuova tegola si abbatte sull’opera ferroviaria che rischia di accumulare nuovo ritardo, se ancora non bastasse quello maturato in tanti anni. Gli operai, infatti, sono in cassa integrazione da mercoledì 25 agosto, per effetto di una decisione assunta dal consorzio di imprese incaricato di condurre i lavori, il Ctg.

 
Il problema è in due gallerie della porzione di cantiere di Cravasco: l’Asl 3 ha infatti imposto il fermo ai lavori e una parziale riprogettazione dell’intervento. Per questo il consorzio ha bloccato l’operatività di tutti gli operai, sia quelli impegnati in Liguria, nell’area di Cravasco, che quelli piemontesi del cantiere di Castagnola. Si tratta 197 liguri (174 operai e 23 impiegati) e 128 piemontesi (120 operai e 8 impiegati): sono quindi coinvolti direttamente 325 lavoratori ma, considerato l’indotto, il problema si pone per oltre mille famiglie.


“Ci hanno spiegato che i lavori non possono procedere – dice a Primocanale Andrea Tafaria, segretario generale Filca Cisl – e quindi ci hanno comunicato la cassa integrazione. Noi speriamo che la durata di questo stop non raggiunga le 13 settimane, siamo preoccupati sia per la tenuta occupazionale che per il ritardo che il cantiere potrebbe accumulare, ogni ora persa è un problema che si ripercuote sull’opera e sui lavoratori”.


Per comprendere meglio la situazione e sollecitare la variante al progetto richiesta dall’Asl, i sindacati hanno chiesto un incontro urgente con il commissario straordinario al Terzo Valico, Calogero Mauceri e con il presidente del consorzio Cociv, general contractor dell’infrastruttura, Marco Rettighieri. “Non abbiamo ancora una data – spiega Tafaria – ma sono fiducioso che l’incontro possa svolgersi la prossima settimana”.

Il problema della riprogettazione è anche economico
: per le varianti serve più denaro, diversi milioni, almeno è quello che vorrebbero i costruttori: la struttura commissariale, però, non è certo propensa a fare concessioni di questo tipo e rischia di nascerne un braccio di ferro. 


Il Terzo Valico dei Giovi, la linea in pianura e ad alta capacità destinata a collegare Genova con Milano, dovrebbe essere pronto entro il 2024: una volta ultimato, però, resteranno almeno due grossi nodi da sciogliere. Il primo è quello della rete ferroviaria che collega il porto di Genova all’imbocco del Terzo Valico, con problemi di pendenze che dovranno essere risolti nel frattempo; per collegare efficacemente le due metropoli, inoltre, è necessario il quadruplicamento della linea ferroviaria Tortona – Milano che, attualmente, costituisce un collo di bottiglia per la futura circolazione ferroviaria: per quest’opera, importante sia sul piano progettuale che su quello economico, al momento non ci sono novità. Senza, lo sbandierato Genova-Milano in meno di un’ora resterà una chimera.