salute e medicina

Il virologo genovese d'accordo sull'ipotesi di lockdown per i non vaccinati in caso aumentassero i contagi
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"Si sta generando una sorta di psicosi sulla terza dose, io dico calma andiamo per priorità". Così il professor Matteo Bassetti direttore del dipartimento interaziendale delle malattie infettive della Liguria durante la rubrica 'Il medico risponde' su Primocanale.


"La terza dose la devono fare le persone più avanti con l'età, cioè chi ha più di sessant'anni, e chi ha delle fragilità ossia chi è immunodepresso, chi ha avuto un tumore, una leucemia, chi è trapiantato, dializzato, chi ha una bronchite cronica ostruttiva, malattie come il diabete, malattie cardiovascolari o malattie respiratorie per esempio - spiega Bassetti - queste persone devono fare la terza dose, a prescindere dall'età e il prima possibile entro la fine dell'anno perchè sono trascorsi sei mesi dalla loro seconda dose".


"Io non sono così sicuro che un trentenne o un quarantenne abbia bisogno di una terza dose sei mesi dopo avere ricevuto la seconda dose, ci sono dei dati che ci dicono che l'immunità nelle persone più giovani sembra mantenersi per più tempo - sottolinea - quindi oggi la priorità per il nostro Paese sono le persone con più di 60 anni e i fragili poi nel 2022 penseremo a tutti gli altri".


Nella giornata in cui si riunisce la commissione tecnico scientifa dell'agenzia italiana del farmaco (Aifa) sul richiamo a chi ha ricevuto il monodose Janssen di Johnson & Johnson il virologo genovese non ha dubbi: "Tutti quelli che si sono vaccinati con J&J, a prescindere dall'età, farebbero bene a fare il richiamo con Pfizer o Moderna, quindi un'eterologa, come per chi ha fatto AstraZeneca, sarebbe un 'booster' come la seconda dose per chi ha fatto il vaccino a Mrna".


Al momento i dati italiani sono i migliori sia come numero di vaccinati che come nuovi contagi ma se nel nostro paese dovessero aumentare, arrivando a intasare gli ospedali, per il professor Bassetti ci sarebbe un'unica soluzione ossia il lockdown per i non vaccinati: "Potrebbe valere non per il lavoro, ma per le attività ludiche come ristoranti, bar, cinema, stadi, nel momento in cui le cose non dovessero andare, anziché chiudere per tutti, sarei favorevole a chiudere certe attività solo per i non vaccinati, questo contribuirebbe anche a far aumentare il numero di vaccinati".