cultura

Gli artisti: "Non abbiamo bisogno di sussidi, ma di poter lavorare"
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 Ha tirato un respiro di sollievo il mondo dei teatri e dello spettacolo dopo l’uscita del nuovo Dpcm. Nei giorni precedenti, infatti, era uscita l’ipotesi di dimezzare i posti in platea, passando da 200 a 100 persone al chiuso e da 1000 a 500 per gli eventi all’aperto. Così non è stato e, anzi, nel decreto viene lasciata la possibilità alle singole regioni di aumentare il numero massimo di spettatori in base alle dimensioni e alle caratteristiche delle sale teatrali, seppur mantenendo sempre il distanziamento. Ad esempio il Teatro Carlo Felice, che ha ottenuto la certificazione Rina Biosafety, su 2000 posti ne può riempire circa 999 ogni sera. 

"Il messaggio che tutti gli artisti vorrebbero lanciare all’unisono è che venire a teatro è sicuro", commenta il comico genovese Andrea Carlini, durante la trasmissione Liguria 2020 su Primocanale. “Ci siamo organizzati con protocolli seri e rispettosi. Il teatro non è solo intrattenimento e divertimento, è una necessità, è cultura: non abbiamo bisogno di assistenzialismo, il pubblico è subito tornato volentieri a riempire le file, ma abbiamo bisogno di lavorare per riprenderci”.

La decisione è stata presa anche a seguito delle proteste di chi lavora nel settore: a Milano il 9 ottobre ha fatto breccia il flash mob con 500 bauli vuoti in piazza Duomo. A questo, si è poi aggiunto lo studio di Agis che ha evidenziato come da giugno su 350 mila spettatori in Italia e 3 mila spettacoli si sia registrato un solo caso di Coronavirus. I teatri sono ripartiti in sicurezza, anche se con fatica, ed è per questo che i lavoratori chiedono al Governo condizioni migliori.

"Credo che più che sussidi bisognerebbe chiedere una detassazione per coloro che operano nel settore", continua Carlini. "Non parlo solo per gli artisti, ma anche per tutti i tecnici che lavorando dietro le quinte ci consentono di salire sul palcoscenico. Si parla sempre di investimenti per la cultura e per la scuola, è ora che si inizi a investire anche su di noi che operiamo nel settore e basterebbero delle agevolazioni fiscali".