salute e medicina

A Genova convegno sull'antibioticoresistenza
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I nuovi super-antibiotici permettono di ridurre le morti causate da infezioni resistenti dal 50% al 10%: una diminuzione di un terzo che equivarrebbe - se fossero utilizzati - a evitare circa tremila morti l'anno in Italia. A dimostrarlo recenti studi clinici internazionali presentati al convegno sull'antibioticoresistenza organizzato a Genova.


I batteri che resistono agli antibiotici uccidono ogni anno 700 mila persone nel mondo, 33 mila in Europa, 10 mila in Italia. Numeri destinati ad aumentare ma che, "utilizzando al meglio e più precocemente gli antibiotici più innovativi, alcuni già esistenti e altri in fase di approvazione, si potrebbero ridurre di un terzo", osserva Matteo Bassetti, presidente della Società Italiana Terapia Antinfettiva (Sita) e ordinario di malattie Infettive all'Università di Genova.


Queste nuove molecole agiscono inattivando il 'veleno' prodotto dai batteri per 'uccidere' l'antibiotico. E non sono le uniche nuove terapie oggi disponibili, ma, denunciano gli esperti, fanno fatica ad arrivare ai pazienti. "Alcune di queste sono già state approvate dalla Food and Drug Administration (Fda) e dall'Agenzia Europea dei Medicinali (Ema), ma trovano un ostacolo all'utilizzo nella pratica clinica, per una serie di ragioni, anche economiche", spiega Marin Kollef, professore di medicina presso la Washington University School of Medicine. C'è poi un problema di scarsa ricerca. Lo dimostra il fatto che "sono soltanto 12, nel mondo, le nuove molecole in fase avanzata di sviluppo clinico in antibioticoterapia, a fronte delle oltre 700 in oncologia", prosegue Bassetti, ordinario di Malattie Infettive presso l'Università di Genova. Il paradosso, conclude, "è che i progressi in chirurgia, trapiantologia e oncologia permettono oggi di salvare molte più vite, vite che però rischiamo di perdere a causa di infezioni ospedaliere da germi resistenti".