porti e logistica

Mentre Assiterminal chiede una riflessione per fermare il gigantismo navale
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Gli armatori italiani riuniti nelle due associazioni Confitarma e Assarmatori seguono passo passo l'evolversi della situazione nel canale di Suez, ancora bloccato dalla mega nave portacontenitori, Ever Given, incagliata da martedì.

Ma su una cosa sono d'accordo: lo stop sta facendo comprendere a tutti quanto il trasporto marittimo sia strategico per l'economia mondiale. "Ce ne rendiamo conto solo quando ci sono gli incidenti, ma ricordiamoci che il 90% degli scambi mondiali in volumi e il 70% in termini economici, viaggia via mare e il 12% di quanto trasportato annualmente nel Mediterraneo transita dal canale di Suez" sottolinea Mario Mattioli, presidente di Confitarma. "E' il riscatto dello shipping" conferma Stefano Messina, presidente di Assarmatori, senza dimenticare le preoccupazioni per la ripresa del transito.

"Se i tempi dovessero allungarsi sarebbe un problema" dice, per le compagnie che aumenterebbero i costi e perderebbero ricavi con le navi ferme, e per l'economia con i ritardi alle consegne di merci. Qualcuno sta pensando di far fare alle proprie navi che ancora non hanno imboccato il canale il periplo dell'Africa invece di passare da Suez. Ma "abbiamo la ragionevole speranza che la navigazione riparta in tempi rapidi" è opinione sia di Mattioli che di Messina, direttamente coinvolto in quanto una nave della compagnia Ignazio Messina ha una nave, Jolly Cobalto, ferma nel canale di Suez. I terminalisti portuali italiani, sull'altro fronte, temono ritardi e cancellazioni delle navi in arrivo

"L'impatto però dovrebbe essere più pesante su porti del Nord Europa, dove sono dirette molte portacontainer bloccate" dice Luca Becce, presidente di Assiterminal, che a fronte del fatto che l'incidente sia accaduto ad una nave lunga 400 metri e larga 60, lancia uno stop al gigantismo navale. "Serve una riflessione. Il bilancio è più di problemi che di utilità, si potrebbe decidere di non farne più" dice.

"Il gigantismo ha generato una contrazione del mercato del trade e del trasporto che da 18 operatori è passato a 3 alleanze in 10 anni, portando di fatto ad una situazione di monopolio su 3 operatori" elenca, e inoltre stati e terminalisti hanno dovuto fare investimenti per "migliaia di miliardi" per adeguare le infrastrutture ai nuovi giganti del mare. "Tutto questo - sottolinea Becce - per favorire una monopolizzazione del mercato e una vulnerabilità? Perché quando una nave come questa ha un problema spesso si genera la situazione che stiamo vivendo a Suez".