cronaca

L'attentato alla stazione che causò 85 vittime
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 Sotto la lente della Procura generale di Bologna, con l'accusa di depistaggio, sono finiti l'ex generale dei servizi segreti ed ex capo del Sisde di Padova Quintino Spella e Piergiorigio Segatel, ex carabiniere del nucleo investigativo di Genova. Nell'attentato alla stazione di Bologna del  2 agosto 1980 morirono 85 persone.


L'ex 007 Spella, oggi 91enne, è il funzionario a cui il magistrato Giovanni Tamburino (che ha testimoniato davanti alla Corte d'Assise di Bologna nell'ambito del processo all'ex Nar Gilberto Cavallini), disse di essersi rivolto dopo aver raccolto, nel luglio del 1980, le dichiarazioni dell'estremista di destra Luigi Vettore Presilio. Quest'ultimo gli disse che,di li' a poco, sarebbe stato realizzato un attentato con una bomba" di cui avrebbero parlato i giornali di tutto il mondo". Spella ha negato di aver incontrato nel luglio e agosto 1980 il magistrato di sorveglianza Tamburino. Insieme a Spella è indagato con la stessa accusa l'ex carabiniere Piergiorgio Segatel, 72 anni.

Per i magistrati bolognesi, che lo hanno sentito due volte lo scorso anno, Segatel avrebbe dichiarato il falso al fine di ostacolare le indagini. In altre parole menti' alla Procura quando smenti' Mirella Robbio (moglie dell'esponente di Ordine nuovo, Mauro Meli), secondo cui Segatel le fece visita poco prima del 2 agosto, dicendole che "la destra stava preparando qualcosa di veramente grosso" e chiedendole di riprendere i contatti con l'Msi di Genova e con gli amici del marito per "cercare di capire cosa fosse in preparazione".

Segatel ha inoltre negato, secondo gli investigatori bolognesi mentendo, di essere andato a trovare Robbio dopo la strage, dicendole "hai visto cosa e' successo?" o una frase simile. Per i magistrati, infine, Segatel ha mentito ancora quando ha dichiarato che la sua prima visita a Robbio era stata fatta per chiedere informazioni sull'omicidio del magistrato Mario Amato, e non per saperne di piu' sulla strage che si stava preparando.