porti e logistica

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Un mese fa si è arrivati alla chiusura dopo anni di monitoraggio con fotocellule e sensori: circa 4.500 mila metri quadrati di stazioni marittime di Genova sono off limits, un quinto circa del totale.


La causa: “La struttura sta subendo una torsione e l’Autorita di sistema portuale, proprietaria dell’immobile, ha deciso di interdire questi spazi trasferendo anche il proprio personale che era al secondo piano, e due ora si trovano alla torre shopping a Sampierdarena, circa 100 persone dell’area tecnica, mentre il nostro personale é stato semplicemente spostato di ufficio ma restando nella struttura (circa trenta impiegati)” spiega Edoardo Monzani, amministratore delegato di Stazioni Marittime di Genova s.p.a.

A soffrire di questa situazione sono i passeggeri delle crociere “in un anno da record - spiega Monzani - pensate che avremo un milione e trecentomila passeggeri delle crociere, solo a maggio 35 navi con 170mila passeggeri. Ovviamente staranno un po’ allo stretto e non potranno godere delle bellezze della Stazione marittima”.

Ma chi paga? “Nonostante il proprietario dell’edificio sia l’Aurthority e si tratti di straordinaria manutenzione, abbiamo dovuto affrontare noi questa spesa con urgenza perché diversamente avremmo rischiato di perdere l’accosto delle navi sul ponte 1012 perché per motivi di sicurezza sarebbe stato interdetto. Per questo siamo interventi in estrema urgenza al posto dell’ Autorità portuale”.

Ma quanto costa? “La prima fase costa 400 mila euro e consiste nella placcatura della facciata dell’edificio che, ricordo, risale al 1920. La seconda fase, invece, che consiste nelle opere di consolidamento della facciata, è stata inserita tra le opere urgenti del decreto Genova” spiega Monzani.

Tempi? La fase esterna di placcatura della facciata si concluderà in venti giorni, “poi per il resto ci auguriamo che venga iniziata entro la fine dell’anno per essere pronta la stagione prossima. Noi stiamo lavorando per ricavare un’altra sala al piano terra, per provare a compensare in parte la chiusura delle altre aree”.