cronaca

La testimon ianza di due sacerdoti di Rapallo dalla Siria
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“Da una parte le macerie dall’altra la vita che resiste nonostante tutto, la sfida è poter restare in questo luogo e portare speranza” in queste parole di don Giuseppe Culoma parroco di San Pietro di Novella a Rapallo la sintesi della missione di quattro liguri che in questi giorni si trovano ad Aleppo. Lui insieme a don Stefano Curotto e due laici, Alina Leporatti e Mario Luciano, nonostante la situazione internazionale, hanno deciso di non rinunciare a quello che più che un viaggio è una missione e poter quindi visitare la parrocchia di San Francesco, guidata da padre Ibrahim, dei frati minori legati alla Custodia della Terra Santa, e con la quale da anni hanno instaurato un ponte di solidarietà.

I quattro liguri si sono ritrovati nel mezzo dell’attacco missilistico congiunto di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia contro l’arsenale chimico siriano ma dalle loro voci trapela gioia nonostante la preoccupazione e la tristezza.

“Stiamo tutti bene – sottolinea subito da Aleppo don Giuseppe, per tutti don Beppe, e in questi giorni stiamo incontrando una realtà che ci colpisce: da una parte macerie dall'altra una bella esperienza di vita, una testimonianza di fede soprattutto grazie alle opere di padre Ibrahim e della sua comunità”.

“Le emozioni sono tante e tante domande nascono nel cuore – racconta da Aleppo don Stefano - ci sono testimonianze di perseveranza dentro situazioni di enorme incertezza e instabilità che mettono alla prova il futuro. Gli sguardi dei bimbi sono una ricchezza e un rimando a impegnarci. Tanti i progetti che stiamo conoscendo grazie a padre Ibrahim. Ci portiamo nel cuore le perplessità su quello che viene deciso a tavolino dalla politica internazionale ma che poi mettono a repentaglio la gente e la popolazione, speriamo che lo spirito parli al cuore”.

E intanto proprio oggi un’ esplosione che sarebbe stata molto forte è stata segnalata da media siriani e israeliani, e confermata dall'Osservatorio siriano sui diritti umani, a Jabal Azzan, a sud di Aleppo, dove sorge una base militare iraniana.

“E’ una domenica di sole e di caldo che stride con quello che succede - conclude don Stefano - c'è grande solarità negli incontri con le persone, c'è voglia di vivere”. La sfida è non andare via da questo luogo ma poter stare e portare speranzaspiega don Beppe - anche noi stiamo imparando cosa vuol dire vivere in una situazione difficile con la speranza che è possibile una vita buona”.

A ospitare i quattro liguri ad Aleppo padre Ibrahim parroco della parrocchia di San Francesco: “Come sapete la Siria è sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, le notizie sono brutte e le difficoltà non mancano. Qua la gente ha bisogno di assistenza per emergenza che c'è: per cure sanitarie, necessità primarie, ma anche assistenza per progetti di ricostruzione del lavoro delle case e ricostruzione dell'uomo distrutto in questi sette anni di guerra continua. Nonostante la tristezza di queste giornate con i missili caduti , con interventi militari noi continuiamo interventi di altro tipo: missili della carità non solo nella nostra parrocchia di San Francesco ma nelle altre che soffrono qui. Il male ha la sua forza ma noi crediamo che il bene vinca attraverso la carità”.