I carabinieri di Arenzano hanno messo agli arresti domiciliari un uomo di origini marocchine di 65 anni mentre un altro connazionale di 54 anni, è stato sottoposto al divieto di dimora per incendio aggravato, tentata estorsione, tentata violenza privata e favoreggiamento.
L'indagine è nata nel dicembre 2017, dopo la denuncia del titolare di un negozio di Arenzano, loro connazionale, per un attentato incendiario al suo furgone. Il commerciante, che dal 2015 gestisce un negozio di frutta e verdura in centro, aveva già subito a partire dal gennaio 2016 cinque attentati incendiari ai danni di autovetture e dello stesso esercizio commerciale.
Dalle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Federico Manotti, è emerso che la vittima nel 2015 aveva ottenuto un prestito da parte di un suo connazionale conosciuto occasionalmente, per aprire un'attività commerciale di frutta e verdura a Cogoleto (Genova). Il locale non era poi stato aperto perché la vittima aveva rilevato la metà delle quote di un'altra società a Arenzano.
Una circostanza che aveva fatto infuriare il creditore che a quel punto ha insistito per entrare come socio occulto nella gestione del negozio obbligandolo a pagare un 'pizzo' per la protezione variabile tra i 500 e i 600 euro visto che, dopo avergli fatto incendiare i mezzi, avrebbe anche fatto dar fuoco al locale. L'ultimo incendio, quello del furgone, sarebbe stato determinato dal fatto che, a causa della crisi economica, la vittima aveva smesso di pagare e aveva denunciato l'estorsore.
Quest'ultimo, tra l'altro, venuto a conoscenza della denuncia con l'intermediazione di un altro connazionale peraltro assunto dalla vittima come guardiano del negozio, avrebbe successivamente tentato, minacciandolo di ulteriori conseguenze, di costringerlo a ritirare la denuncia contro di lui.
cronaca
Si fa pagare il pizzo e incendia i mezzi della vittima, magrebino ai domiciliari
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