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Preziosi e Ferrero con Agnelli e contro Lotito e Marotta
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Sull’eventuale ripresa del campionato – ad emergenza coronavirus finita – la Lega di serie A continua a litigare, tra chi, come il gruppo guidato dalla Juventus di Agnelli e irrobustito dai presidenti di Genoa e Sampdoria, Preziosi e Ferrero, vorrebbe chiuderla qui e chi, come Lotito e Marotta, vorrebbe invece portare a termine la stagione, sforando anche a luglio. Sul taglio dello stipendio dei giocatori, ovvero il punto che più influisce sulla gestione ordinaria delle società, i padroni del calcio sembrano andare maggiormente d’accordo.


Lega e Figc hanno iniziato a discuterne ufficialmente nella riunione video di ieri. Il monte stipendi complessivo della Serie A è pari a 1,3 miliardi di euro, e il presupposto da cui si parte è: se i calciatori non si allenano e non giocano non devono essere pagati. Ci sono due ipotesi: non pagare gli stipendi per il periodo di tempo non lavorato o richiedere uno sconto proporzionale all’entità dell’ingaggio. Insomma, per chi guadagna fino a 100mila euro ci sarà un taglio differente da chi ne guadagna fino a 500mila, e differente ancora da chi riceve più di un milione all’anno e così via, fino ad arrivare a una decurtazione percentuale del 30.


Il Governo potrebbe svolgere un’opera di mediazione tra Lega e l’Assocalciatori guidata da Tommasi e dal suo vice, Umberto Calcagno, chiavarese cresciuto nella Sampdoria, dove disputò due partite in serie A nel 1990-’91.