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Dopo Pradé, Pecini e Sabatini, anche l'allenatore potrebbe andarsene
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Dopo le partenze di Pradé, Pecini e Sabatini, si profila l’addio alla Sampdoria anche da parte di Marco Giampaolo, un altro, importante pilastro dei risultati ottenuti dalla squadra blucerchiata negli ultimi tre anni. “Non resto per un’altra stagione anonima”, ha dichiarato l’allenatore dopo la partita di Parma. Giampaolo sarebbe disposto persino a rinunciare ad un anno di (lauto) contratto piuttosto che rimanere a vivacchiare in una Samp di basso profilo. Così come Pecini (peraltro nell’occhio del ciclone per una delicata vicenda di incompatibilità) aveva lasciato la Sampdoria per trasferirsi non alla Juventus ma all’Empoli. Non solo: stando a “radio mercato”, la società blucerchiata avrebbe già virtualmente ceduto Andersen e Praet, senza contare che il fenomenale Quagliarella nel campionato 2019-2020 avrà sulle spalle un anno in più.


La Sampdoria dunque si ritrova a maggio sostanzialmente senza il responsabile dell’area tecnica, senza l’allenatore, senza i due giocatori di maggior talento della difesa e del centrocampo. Senza un progetto, insomma. Che non sia quello di realizzare plusvalenze e conservare la categoria (dall’ottavo al decimo posto, ha certificato l’ultimo bilancio appena approvato).


Tutto bene, intendiamoci. I risultati ottenuti dalla gestione Ferrero – se paragonati a quelli dell’era Garrone – sono decisamente inferiori: mai una volta in Europa per meriti propri, mai una volta in finale di Coppa Italia. E nel "passivo" lasciamo perdere per carità di patria i “danni” collaterali non quantificabili all’immagine e allo stile Sampdoria.


Però nelle voci in attivo ci sono i tanti derby vinti e il bilancio in ordine (al netto degli eventuali sviluppi dell’inchiesta giudiziaria in corso a Roma). Risultati che possono bastare, se si considera che Ferrero non aveva e non ha risorse finanziarie proprie da investire e ha fondato la gestione della società sul totale e legittimo autofinanziamento (gli investimenti immobiliari a Bogliasco sono frutto di mutui da pagare in “comode” rate).


A questo punto, tuttavia, è lecito chiedersi e chiedere all’attuale proprietario, esattamente come ha fatto con grande onestà intellettuale Giampaolo, dove andrà la Sampdoria. Dove e con quali uomini, con quali forze, con quali idee. Domanda tanto più legittima, soprattutto agli occhi dei tifosi, se si considera che rispetto agli anni precedenti negli ultimi tempi sulla porta di Corte Lambruschini si sarebbero presentati potenziali acquirenti ed investitori. I quali naturalmente non meritano fiducia incondizionata ed a scatola chiusa (tranne Vialli, per ciò che rappresenta) ma hanno il diritto di essere parametrati ai programmi futuri di Ferrero. Il quale è sempre pronto alle battute (facciano o non facciano ridere) ma non alle spiegazioni, alla chiarezza, alla trasparenza.


Tutte cose che ora gli chiede, con garbo e nei tempi giusti, anche Marco Giampaolo. Chissà se almeno a lui il presidente darà una risposta plausibile o inviterà pure l’allenatore ad attaccarsi…