cronaca

Restano ancora diversi interrogativi da risolvere in vista dell'esame a fine anno
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 Chi si sarebbe mai immaginato una notte prima degli esami con guanti, mascherina e gel disinfettante nello zaino? Oppure, una notte passata a controllare che la connessione internet non faccia scherzi, mentre si ripassa in videocall con i compagni. Ancora non si sa come verrà strutturato l'esame di maturità 2020, proprio a causa dell'emergenza Coronavirus. Questa incertezza preoccupa gli studenti in quinta, mentre sono alle prese ormai da due mesi con le gioie e i dolori della scuola digitale. Perché se da un lato si può fare lezione in pigiama, senza la sveglia all'alba e la corsa a prendere il bus, dall'altro iniziano a mancare i compagni e forse anche i professori visti dal vivo e non attraverso uno schermo.

“Dopo qualche primo momento di confusione ci abbiamo fatto l’abitudine”, racconta Filippo Dellepiane del Collettivo Studenti Genovesi in 5B al liceo linguistico Colombo. Ma la situazione non è la stessa in tutte le scuole, poiché i prof si sono organizzati come hanno potuto con gli strumenti a loro disposizione e allo stesso modo hanno fatto gli studenti. Su questo l’assessore alla formazione Ilaria Cavo ha commentato: “La relazione personale tra docente e studente non può essere sostituita, stiamo facendo il possibile per digitalizzare la scuola e avevamo già iniziato prima di questa emergenza, ma non è da trascurare il divario sociale che purtroppo è stato uno degli ostacoli dato che alcune famiglie non dispongono di strumenti digitali".


Restano però diversi dubbi sulla maturità di quest’anno, digitale o meno. “Le uniche certezze che abbiamo fino a questo momento sono che non ci saranno gli scritti e che la commissione sarà composta da 6 professori interni e il presidente di commissione esterno”, spiega Filippo. Ma come funzionerà questo orale, quali saranno le materie oggetto del colloquio e soprattutto se verrà reinserita la tesina sono tutti interrogativi a cui gli studenti chiedono risposta. “Crediamo che in una situazione già così difficile, sia meglio pensare a finire i programmi piuttosto che prepararsi per un esame confusionario e poco chiaro. In ogni caso, però, vorremmo avere delle risposte a breve dal Ministero”.

“Il fatto di svolgere l’orale in presenza è importante perché è sinonimo di serietà”, questa la posizione dell’assessore Cavo. “Anche noi come regioni lamentiamo spesso la mancanza di comunicazione, dato che veniamo a sapere dai media le ipotesi del ministero. In un primo momento, infatti, sembrava che la maturità si sarebbe svolta in presenza solo se i ragazzi fossero rientrati entro il 18 in classe, adesso sembrerebbe non essere più così”. Quello che è certo, però, è che in Liguria il colloquio sarà in aula “per gli istituti professionali. Mi prenderò la responsabilità, ma i diplomati che usciranno quest’anno non devono venire penalizzati da una modalità d’esame che non può andare bene per valutare il loro percorso di studi”.