cultura

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Ommioddio, cosa vengo a sapere!



Savona ha allevato un giovinastro che si proclama ‘fascista’?



Non ci posso credere. A Savona, la (mia) città che diede i natali al presidente-partigiano più amato dagli italiani, il socialista Sandro, sciù Sandro, Pertini? Savona, la città vittima delle bombe del 1974/1975?


Non ci posso credere.



In attesa che la magistratura faccia il suo doveroso corso e, se giudicato colpevole secondo il codice penale, punisca il giovinastro, sto pensando al rischio che corriamo se il virgulto in camicia nera fosse assimilato nel tempo al capoluogo della Torretta.



Per esempio, temo che nell’immaginazione collettiva, la camicia nerastra del tizio si possa aggiungere a un’altra marea di luoghi comuni geografici. Cito a memoria.




“Milan col coeur in man”. “Napule, pizza e spaghetti”.
“Genovesi, braccino corto”. “Piemontesi falsi ma cortesi” (non ci credo). “Venessiani gran signori,





Padovani gran dottori, Vizentini magna gàti, Veronesi tutti mati,


Trevisani pan e tripe, Rovigoti baco e pipe”. “Tutti gli uomini siciliani indossano la coppola”. “Roma-ladrona e ‘a pennica” E via andare. Ecco, non vorrei una cosa tipo: “Savona vera, Savona nera”.



Insomma non voglio che il giovinastro, sedicente nerastro, sporcasse la storia democratica della nostra città e la identificasse con i suoi miseri proseliti in un capoluogo di stampo ‘fascio’.



Ora, chi scrive non è mai stato e mai lo sarà per le punizioni esemplari.



Ma se mi chiedeste: chi buttiamo giù dalla torre? Ops, scusatemi: dalla Torretta? Risponderei: nessuno, ci mancherebbe. Ma al giovinastro savonese due begli schiaffoni, uno per lato, non glieli farei mancare. Dove?


Sulla sua bella faccetta nera.