cronaca

L'esordio del Festival segnato dal ritorno in arancione scuro, davanti al teatro rabbia e indifferenza
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E venne la notte del Festival più triste e inspiegabile della sua epopea in scena contro ogni logica: la prima sera della gara di canzoni, come una tragica beffa, come paventato è segnata dal ritorno (da domani, giovedì 4 marzo) in zona arancione scuro, dopo solo tre giorni di fascia gialla. Lo dicono i Dpcm, lo avevano previsto persino i ragazzi (senza mascherina e in strada alle 23) del centro storico della Pigna, che poi non hanno fatto altro che svelare il timore di quasi tutti qui nella Città dei Fiori.


A pochi minuti dalle 21 mentre dentro Ariston in versione Titanic Amadeus apre la gara dei cantanti in un irreale teatro vuoto e gli orchestrali in mascherina, fuori va in scena la prima rabbia dei commercianti, illusi dalla gialla e subito colpiti e affondati dall'arancione. Perchè anche se Sanremo è Sanremo e Draghi non è Conte, i numeri dei contagi parlano chiaro e impongono attenzione come ha comunicato il governatore della Liguria Giovanni Toti.

I lavoratori e titolari di una caffetteria, pizzeria e gelateria che si staglia davanti all'Ariston, raccontano subito in diretta a Primocanale la loro ansia per il ritorno in zona arancione: "Noi abbiamo comprato una montagna di prodotti per una settimana di lavoro in gialla e ora ci vengono a dire che potremo fare solo asporto, cosa ne faremo di quella merce? chi ci ripaga dello sforzo fatto".

A quell'ora davanti all'Ariston Titanic un cordone di poliziotti, carabinieri, finanzieri e agenti della municipale presidia che nessuno si avvicini o si assembri nel cuscinetto di sicurezza ricavato laddove durante i Festival senza covid c'era il red carpet per l'ingresso trionfale nel teatro di artisti ma pure degli spettatori, che per una sera potevano sentirsi vip.

Così, visto che alle 22 ci sarà il coprifuoco (da giovedì anticipato alle 21 per effetto dell'arancione scuro), mentre nell'Ariston Amadeus inizia a duettare con Ibra, davanti, dietro le transenne, ci sono quattro o cinque sanremesi: una signora scesa in ciabatte, una estetista brasiliana che racconta come dalle sue parti è stato annullato persino il Carnevale, tre o quattro ragazzi.  Tutti abitanti della zona, che ammettono: "Siamo curiosi, speravamo di vedere i cantanti...".

Poco distante il titolare di un bar parla in strada senza mascherina nonostante il muro di divise a pochi metri: "Io negazionista? Forse, ma nel mio locale faccio quello che voglio io" aggiunge forse senza accorgersi di essere in strada e fra la gente e il suo è un locale pubblico.

Scena simile un'ora prima: tre ragazzi si fanno strada fra la selva di passanti del corso, nella via Matteotti riempita delle canzoni che hanno fatto la storia del Festival diffuse senza sosta dagli altoparlanti.

I tre giovani, eleganti, griffati, vanno in direzione Ariston,
due indossano la mascherina, uno non ce l'ha neppure. Parla tranquillo sino all'arrivo davanti alle transenne che isolano l'Ariston fra vigilantes e carabinieri, poliziotti che non si accorgono di nulla. E' un amico che capisce e gli dice che sarebbe in caso di indossare una mascherina: solo allora il ragazzo ne tira una dalla tasca e la infila sotto il naso.