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Troppo forti i neocampioni d'Italia per la squadra di Ranieri apparsa poco combattiva
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La Sampdoria partecipa controvoglia alla festa dell’Inter, inscena prima della gara una specie di passerella d’onore per i neocampioni, ma il gesto di cortesia non evita – com’è giusto che sia - il successivo massacro. I biancocerchiati vanno sotto in avvio di due gol per opera di Gagliardini e Sanchez, accorciano le distanze con Keita che ribadisce in rete una goffa respinta di Handanovic su tiro di Candreva (nella foto), ma ancora Sanchez allunga per i nerazzurri.
Dopo l’intervallo, poker di sostituzioni per il Doria ma il cambio giusto lo fa Conte che inserisce Pinamonti, rapidissimo a segnare il 4-1 a poco meno di mezz’ora dalla fine. Quindi è il VAR che rileva un fallo di mano di Ekdal, Lautaro supera Audero e fa pokerissimo. La Sampdoria non riesce a evitare una pesante umiliazione e adesso c’è il derby regionale con lo Spezia, prima della trasferta di Udine e del finale con il Parma già retrocesso.

Poco o nulla ormai c’è da chiedere alla stagione, a fronte degli interrogativi generali (mercato, rinnovi, società) sul futuro che restano intatti. Trent’anni fa a San Siro la Sampdoria ci era andata a vincere lo scudetto, adesso fa da spettatrice alla festa altrui. In tribuna l’ex blucerchiato Marotta si gode l’ennesimo trionfo, a fronte di una squadra da lui portata in otto anni dalle soglie della serie C alla Champions e, dal giorno del suo congedo, avviata a un ridimensionamento ormai stabile. E forse irreversibile.


 INTER-SAMPDORIA 5-1
RETE: 4' Gagliardini, 27' Sanchez, 34' Candreva, 37' Sanchez, 63' Pinamonti, 68' Lautaro.
INTER (3-5-2): Handanovic (46' Radu); D'ambrosio, Ranocchia, Bastoni; Hakimi, Vecino, Gagliardini, Eriksen (56' Brozovic), Young; Lautaro (73' Sensi), Sanchez (56' Pinamonti). All. Conte.
SAMPDORIA (4-4-2): Audero; Bereszynski, Tonelli (46' Yoshida), Colley, Augello; Candreva, Adrien Silva, Thorsby (46' Damsgaard), Jankto (46' Ekdal); Ramirez (46' Verre), Keita (73' Quagilarella). All. Ranieri.
ARBITRO: Ayroldi di Molfetta.