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Il tecnico blucerchiato guarda alla trasferta in Friuli con realismo e fiducia
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 Claudio Ranieri non sarà in panchina per squalifica, domenica alle 19,30 a Udine per la partita della Sampdoria contro i friulani. Al suo posto il vice Paolo Benetti. Ma la sconfitta di Bergamo brucia ancora. "Con l’Atalanta abbiamo offerto una buona prova – dice al canale ufficiale - siamo andati a pressare alti, senza far ragionare l’avversario e non abbiamo sfigurato nonostante il risultato negativo. Ora ci attende una nuova sfida, difficile, contro un’altra formazione fisica, di centimetri, brava nel contropiede, e dovremo stare attentissimi a concedere pochi spazi".


La squalifica è un rammarico: "Ci sta, ho protestato, ma a volte il quarto uomo dovrebbe essere un po' psicologo e ponderare certe decisioni. Pazienza, seguirò la partita dalla tribuna, da dietro la panchina, urlerò come sempre e nello stadio vuoto la mia voce si sentirà come sempre".

Udine è un crocevia importante nella carriera di Quagliarella: dal Friuli era arrivato al Doria in comproprietà, più l'altra comproprietà di Pieri e 2 milioni, in cambio della metà del cartellino di Salvatore Foti che allora era considerato un potenziale fuoriclasse in pectore. A fine stagione, un'annata straordinaria con l'arrivo in Nazionale malgrado le rassicurazioni della dirigenza (il giocatore aveva addirittura presenziato al lancio della campagna abbonamenti), l'Udinese aveva riscattato il giocatore per un rilancio - presumibilmente concordato - di poche centinaia di migliaia di euro, rispetto ai 6 milioni offerti dal Doria. Così Quagliarella tornò a Udine, continuò a brillare e Pozzo due anni dopo lo avrebbe rivenduto al Napoli per oltre il triplo di quanto pagato al Doria. Una storia forse la più emblematica di una gestione priva non solo di ambizioni sportive, ma anche di intraprendenza e lungimiranza commerciale, votata a governare una società di calcio vedendo però come il fumo negli occhi l'investire in calciatori.
Ma torniamo al presente. Ranieri vede Quagliarella ormai pronto: "Sta entrando sempre più in forma, è arrivata l’ora di vederlo in campo. Non l’ho fatto giocare a Bergamo perché volevo dargli ancora qualche giorno di riposo, ma avrei potuto inserirlo a partita in corso. Ha centrato più volte la porta in allenamento, è nel momento giusto".

Infine le prospettive di salvezza ("La condizione dei ragazzi mi fa ben sperare. Sappiamo che non sarà facile, nessuna partita lo è giocando ogni tre giorni. Può succedere di tutto, ci sono nove punti in palio nel giro di una settimana. Avremo sempre il coltello tra i denti, solo così ci salveremo") e la gestione delle rotazioni: "Un allenatore deve far sentire tutti importanti. È una cosa difficile perché basta una panchina per demoralizzare un calciatore, ma io sto cercando di centellinare l’energie fisiche dei miei ragazzi con rotazioni continue".