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Il leader del Carroccio ha reso omaggio a Bruno Ravera
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Il genovese, i Buio pesto e De Andrè, il centro storico, quegli stessi caruggi che erano nel cuore di Bruno Ravera, il capostipite della Lega Nord in Liguria appena scomparso. Il segretario federale Matteo Salvini è arrivato a Genova per rendergli omaggio, ma è stata anche l'occasione per incontrare Toti e parlare di elezioni comunali. “Entro dieci giorni il nome del candidato”, hanno assicurato a una voce. “Il 9 marzo è il mio compleanno, potreste farmi il regalo di darmi i nomi così poi ci lavoriamo su”, ha scherzato Salvini. E il leader del Carroccio, intervistato a Primocanale dal direttore Giuseppe Sciortino, ha capito quali corde vanno toccate sotto la Lanterna: non solo immigrazione, ma anche identità locale e lavoro. Per conquistare i voti che la sinistra ha perso per strada.

Matteo Salvini, bentornato a Genova. Anzitutto è venuto per Bruno Ravera.
Se ne va un pezzo di genovesità. Mio dovere e mio piacere portargli l'ultimo saluto. So che sta già organizzando presidi, comitati, battaglie dei cittadini nella dimensione dove sarà. Anche per questo è nostro dovere vincere le elezioni comunali a Genova per restituirle lo splendore che merita. Lo faremo anche per Bruno. Ci tornerò il più possibile, non solo a Genova ma anche a Chiavari e La Spezia. C'è bisogno che il buon governo della Regione Liguria venga esteso su tanti Comuni.

Prima delle amministrative parliamo di elezioni politiche. Voi spingete per andare al voto subito, i vostri alleati di centrodestra vorrebbero ritardare. È un gioco della parti? Credete sia davvero lo spartiacque?
Lo hanno chiesto gli italiani. Sembra passato tanto tempo ma ricordo che il 4 dicembre 32 milioni di italiani hanno fatto la coda per votare al referendum e scegliere la loro costituzione. Questi stessi italiani voglio un Parlamento e un Governo nuovi, legittimi, onesti e concreti. Cosa che non si può chiedere al Governo attualmente in carica e al Parlamento dei Verdini, degli Alfano e degli Scilipoti. Chiedere il voto subito non è l'interesse della Lega, ma degli italiani. Disoccupazione al 12%, un ragazzo su due che sta a casa, una tassazione che superan il 50%, un'immigrazione fuori controllo. Noi non abbiamo bacchette magiche o il mantello di Superman ma abbiamo proposte per rilanciare questo Paese.

Però ci sono due leggi elettorali diverse per Camera e Senato.
Se vuoi uniformarle, in un mese lo fai. Però ne stiamo parlando da dicembre. C'è chi vuole il proporzionale, chi il maggioritario, Grillo parla dello stadio, Berlusconi dice di votare tra un po'. Siamo rimasti da soli, spero che si voti a giugno.

A proposito di Pd, c'è un ligure che sfida Renzi, Orlando. Chi potrebbe essere l'interlocutore migliore con cui dialogare?
Mi appassiona molto poco la bega tra Renzi, Bersani, Emiliano, D'Alema, Orlando. Io a Orlando, da ministro della giustizia, chiedo ad esempio di fare qualcosa per i 5 mila magistrati onorari che lavorano a cottimo a 70 euro a sentenza senza aver riconosciuto nessun diritto e tengono in piedi i tribunal. Più che candidarsi alla guida del Pd si ricordi che è pagato per fare il ministro della giustizia e per farla funzionare. Poi vinca chi vinca, spero facciano in fretta Congresso e primarie perché l'Italia ha bisogno di certezze. Noi abbiamo proposte, piacciano o non piacciano. Ma qualcuno a casa crede che il Governo Gentiloni possa dare risposte?

Comunali, si vota in primavera. Ma il candidato del centrodestra?
Io ho chiesto di avere il nome entro una decina di giorni. Fortunatamente a Genova c'è il problema opposto rispetto ad altre città. Ci sono diverse persone disponibili e in gamba. In altre città fai fatica a trovare il candidato. Su Genova ci sono diverse persone che possono amministrare e possono vincere. Ho chiesto di fare in fretta per sceglierne una e di non aspettare che il Pd faccia le sue scelte.

Sarà un candidato della politica o esterno?
È indifferente, basta che sia un candidato competente sul lavoro perché l'emergenza di Genova e dell'Italia intera è il lavoro. Su Genova la sinistra lascia un'eredità disastrosa in termini di debiti e aziende pubblicahe. C'è bisogno di qualcuno che dica verità. Saranno cinque anni di impegno, onestà e sacrifici, però non possiamo aspettare le beghe degli altri.

Sarà un uomo o una donna?
Sono contro le quote, azzurre o rosa. Sarà una persona in gamba con una squadra all'altezza. Non vedo l'ora di tornare, non solo a Genova ma anche alla Spezia. Genova ha il centro storico più bello del mondo che per molti non è visitabile, ci sono alcune zone fuori controllo, mercatini abusivi spacciati per regolari dal Comune che ha abdicato alla legalità, c'è un porto che è una ricchezza ma lascia pochissimo sul territorio. Mi piacerebbe che il prossimo sindaco di Genova facesse una battaglia nel nome del federalismo. I soldi prodotti dal porto di Genova rimangano a Genova.

In effetti lei per la Lega Nord, Renzi o Orlando per il Pd, Toti per Forza Italia rappresentate il nuovo che avanza rispetto ai fondatori di quei movimenti e di quei partiti. Cosa c'è da recuperare nell'esempio di persone come Bruno Ravera e in cosa invece la politica è cambiata?
La passione della sana politica dei vecchi tempi. Stamattina andando a rendere omaggio a Bruno Ravera ho incontrato in ospedale una persona che mi ha detto: sono sempre stato di sinistra, ho sempre votato a sinistra, al fianco dei lavoratori, contro lo sfruttamento. Oggi la sinistra non c'è più, dateci una mano voi come Lega. Quindi ricordarci chi siamo, l'autonomia, il federalismo, dell'identità che in Liguria è molto forte dal punto di vista linguistico, culturale ed enogastronomico, ma essendo nel 2017 aprirsi al mondo con delle regole. Essere come Bruno Ravera, radicatissimo nei caruggi genovesi, ma portare questa battaglia a livello internazionale, quindi alleandosi con Marine Le Pen, seguendo Trump, Putin e quello che succede nel mondo.

Lei sa quanto Primocanale sia anche vicino al dialetto con trasmissioni in genovese...
Giù il cappello, mi piacerebbe che in Lombardia ci fosse qualcosa di simile. C'è qualcosa sulle tv private, mai sui canali pubblici. Mi piacerebbe che, come in altri Paesi nel mondo, la stessa Rai usasse i canali regionali per parlare nella lingua dei suoi territori, sostenere l'economia dei suoi territori. Io sono per il chilometro zero, adoro i Buio Pesto, sono un fan di De Andrè da quando ho 15 anni e il genovese l'ho imparato grazie a lui. Ombre de mori, mori de mainæ...

Ma lei sa che quello che non fa la Rai almeno in Liguria lo facciamo noi.
Anche se vi stanno cercando di strozzare coi finanziamenti pubblici, mi piacerebbe che una quota di canone arrivasse alle televisioni che fanno vera informazione pubblica a livello regionale.

Vuole salutare i genovesi nelle loro lingua?

Belan, figgeu, se voglio, però poi... Non mollate mai le tradizioni. Io ho un figlio di 15 anni che deve studiare inglese, francese, imparerà a usare bene il computer. Però mi piacerà che si ricordi come vivevano suo nonno e suo papà, come si parlava, come si mangiava e come si parlerà e mangerà. Parlare genovese e parlare inglese non vanno in disaccordo.