salute e medicina

I lavoratori chiedono di poter continuare a lavorare sotto la cooperativa Agapanto
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Una vera e propria faida interna tra azienda e cooperativa, stiamo parlando dell’Rsa La Benedetta di Sestri Ponente, in appalto all’azienda Genova Riabilitazione, e la cooperativa Agapanto, gestite entrambe dai componenti della famiglia Toma. A pagarne le spese i trenta lavoratori che, da un giorno all’altro, sono stati lasciati a casa.

“A noi non interessano le loro discussioni, vogliamo rientrare tutti e trenta nel nostro posto di lavoro a La Benedetta, noi dobbiamo assolutamente rientrare tutti, siamo un’equipe e vogliamo mantenerci il nostro posto di lavoro”, spiega ai microfoni di Primocanale Daniela Rivo, che lavora come oss a La Benedetta ed è anche rappresentante sindacale dei lavoratori. Questa mattina (mercoledì 1 luglio per chi legge ndr) gli operatori della Rsa si sono ritrovati sotto la sede della Prefettura per un incontro con la prefetto Carmen Perrotta, con il supporto e l’ausilio di Cgil, Cisl e Uil.

Durante il confronto non è stato trovato un accordo tra le parti, sempre più lontane tra loro. È stata così annunciata la cassa integrazione per i trenta lavoratori, tra cui oss, fisioterapisti, infermieri, segretaria, psicologa, manutentori, addetti alla cucina e alle pulizie, con la conferma da parte di Genova Riabilitazione della mancata riassunzione. “Al massimo faranno rientrare in azienda due o tre di noi”, ci raccontano alcune lavoratrici. La Benedetta è una struttura per anziani che opera in convenzione con il servizio pubblico, in forza del contratto di appalto tra l’azienda Genova Riabilitazione e la cooperativa Agapanto.

Il contenzioso ha portato alla sostituzione del personale con altri lavoratori, l’avvicendamento ha mandato completamente in confusione sia gli anziani degenti che le loro famiglie, privati del proprio personale a cui erano abituati oramai da anni. “Noi dobbiamo rientrare quanto prima nel nostro posto di lavoro e nella nostra casa, perché quella è la nostra casa e loro sono i nostri nonni”, racconta con il nodo alla gola Raffaella Burzo, oss della Rsa di Sestri Ponente. Alcune delle lavoratrici de La Benedetta ricoprono il ruolo di case manager, una figura professionale che ha il compito di gestire l’assistenza dei pazienti pianificando modalità di trattamento ed interventi, e mantenendo un filo diretto con i familiari.

“Le colleghe sono il loro punto di riferimento (pazienti e parenti ndr), la loro vista, il loro udito, la loro parole, e questo adesso non esiste più. È destabilizzante per tutti, soprattutto per i nostri anziani”, chiarisce Anna Ghelfi, oss de La Benedetta. “Noi vogliamo lavorare tutti, invece abbiamo saputo che solo alcuni di noi potranno mantenere il posto di lavoro con Genova Riabilitazione, vorremmo la pace, siamo stanchi di lottare e soprattutto stanchi di queste lotte interne”, spiega Oriana Mariotti, psicologa della Rsa di Sestri Ponente. “Noi vorremmo tornare come prima con tutta la famiglia Toma, figli e direttore sanitario – prosegue Oriana – vogliamo lavorare con tutti in pace e in serenità perché questo clima poi ricade su di noi e sulla salute stessa dei nostri anziani”. Dopo l’incontro odierno i lavoratori della Rsa La Benedetta si sono rivolti al tribunale, "porteremo avanti la nostra battaglia", è il loro grido di dolore, ma non di arresa.