porti e logistica

Preoccupazione dopo il grave incidente di ieri al Bacino 1
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L’incidente capitato al super yacht Nero riapre il tema della sicurezza all’interno dei bacini di carenaggio del porto di Genova: si tratta infatti di strutture molto datate (la più giovane ha già compiuto 50 anni) che necessitano di importanti interventi di manutenzione e ammodernamento. Dobbiamo essere preoccupati?

Del resto pianificare lavori per milioni di Euro è possibile solo a fronte di concessioni pluriennali, così da ammortizzare nel tempo i costi sostenuti: ma la Ente Bacini Srl, la società che attualmente gestisce l’area, ha la concessione in scadenza il 31 dicembre del 2020, un orizzonte temporale troppo breve per poter lavorare con un occhio al futuro. La stessa Ente Bacini, tra l’altro, si è vista ridurre l’area operativa a causa di una revoca parziale della concessione (attuata con il decreto 24 del 18.01.2018) ritenuta parte integrante della procedura di gara con cui Palazzo San Giorgio ha deciso di affidare la nuova concessione che avrà una durata di 25 anni.

L’appalto è stato vinto da un consorzio, peraltro l’unico soggetto a rispondere al bando, composto da Fincantieri, Amico &Co e Genova Industrie Navali (che a sua volta raggruppa diverse aziende del settore come i Cantieri Mariotti e la San Giorgio del Porto): il risultato della gara, però, è stato impugnato al Tar da due diversi soggetti, le società Polipodio e Zincaf; la seconda si è vista rigettare il ricorso mentre il primo è stato accolto. La vicenda è continuata di fronte al Consiglio di Stato, a cui hanno ricorso la stessa Zincaf (per continuare a tutelare le proprie ragioni) e l’Autorità di Sistema del Mar Ligure Occidentale per tentare di ribaltare la decisione del giudice amministrativo favorevole a Polipodio. Il solito ginepraio all’italiana, in cui a rimetterci è l’operatività di un’area particolarmente delicata.

Quello al Nero non è necessariamente un incidente causato dalla vetustà della struttura (la dinamica esatta è in fase di ricostruzione e, comunque, l’Autorità di Sistema smentisce categoricamente che il fatto sia stato causato da un cedimento delle strutture murarie del bacino) ma è curioso che la vicenda sia capitata nel Bacino numero 1, cioè quello che più spesso è stato al centro di polemiche e ricorsi. La vasca è infatti la più vicina alle case (per questo saranno presto avviati i lavori per provvedere alla sua copertura) e i comitati dei cittadini hanno spesso protestato sollevando temi di salute pubblica.

Dopo l'incidente, poi, è spuntato un documento che è sembrato un giallo: in una nota informativa vergata il 2 agosto scorso dalla società Ente Bacini e allegata alla delibera dell’Autorità di Sistema nella quale si fissava un aumento delle tariffe (proprio per contribuire alla crisi della società, passata da un capitale sociale di 753.200 Euro a 125.290 Euro a causa delle perdite) si legge che il Bacino 1 andava considerato fuori servizio a partire dal 1 luglio. Sollecitata da Primocanale l’Autorità di Sistema, però, smentisce che il bacino non fosse utilizzabile: l’Autorità aveva infatti disposto la revoca non al 1 luglio ma al 18 settembre, data in cui sarà sottoscritto un accordo tra la direzione tecnica di Palazzo San Giorgio e la ditta Cimolai, incaricata di eseguire la copertura del bacino. I lavori inizieranno il giorno 29 di questo stesso mese, quindi ieri Amico & Co era formalmente titolata a operare nell’area.

Pare, però, che una richiesta di utilizzo del Bacino 1 fosse stata presentata anche dalla ditta Mariotti, alla quale tale autorizzazione è stata però negata: sempre l’Autorità di Sistema fa sapere che la richiesta di Mariotti è stata respinta perché avrebbe occupato il bacino per un periodo più lungo, almeno fino alla metà di ottobre. Questa versione, però, non trova ulteriori conferme.

L’Autorità di Sistema Portuale ritiene che comunque, nonostante la situazione descritta, la sicurezza sia una priorità: “La società Ente Bacini – spiegano da Palazzo San Giorgio - anche nelle more della procedura di gara, lavora assicurando i consueti e necessari livelli di sicurezza”.