cronaca

1 minuto e 20 secondi di lettura
Un team di ricercatori dell'Università di Genova e dell'Istituto Mario Negri di Bergamo ha pubblicato ieri sulla rivista scientifica EBioMedicine i risultati di una ricerca su un nuovo metodo di coltura cellulare che utilizza nuovi dispositivi 3D ingegnerizzati e costruiti con stampante 3D sulla base di un algoritmo matematico sviluppato per riprodurre la struttura ramificata del tubulo renale.


Il team interdisciplinare di ricercatori è stato guidato da Valentina Benedetti, Valerio Brizi e Patrizia Guida nello sviluppo del nuovo metodo di coltura cellulare in tre dimensioni, che consente di ingegnerizzare tubuli renali umani da cellule di paziente in modo controllato, rapido e riproducibile per ottenere modelli di malattia e di sviluppo del rene e testare nuovi farmaci.

"Il valore introdotto nel campo dei modelli sperimentali in vitro consiste nell'essere riusciti per la prima volta a realizzare un metodo riproducibile per ricreare tubuli del dotto collettore umani con forme, dimensioni e composizioni predefinite e controllabili - ha detto Patrizia Guida, ricercatrice Nanomed e responsabile della parte nanotecnologica di questa ricerca che lavora presso il dipartimento di Fisica dell'ateneo di Genova -. Prima di questo lavoro, infatti, le tecniche di coltura rendevano possibile ottenere artificialmente tessuti renali che però presentavano importanti limiti dovuti all'incapacità di riprodurre fedelmente le complesse strutture del rene, ai lunghi tempi necessari per la crescita in vitro e alla bassa riproducibilità.

Uno degli obiettivi primari della ricerca - ha concluso - è stato superare questi limiti riuscendo a sviluppare un metodo altamente riproducibile e semplice, che riduce tempi e costi per generare in modo controllato tubuli renali complessi partendo da singole cellule".