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Intanto Toti ha proposto l'istituzione di una commissione ad hoc in consiglio regionale
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Si fa tanto parlare del Recovery Fund, ma forse questo piano, in grado di cambiare il volto del nostro paese, è stato preso più come un piano di spesa, che un piano che aiuti la ripresa economica. Gli investimenti, fatti senza una riforma della pubblica amministrazione, del lavoro, del processo civile, rischiano di lasciarci con i soliti nodi che hanno impedito fino a ora alla ripresa di concretizzarsi.





Per avere un’idea di quello che sta accadendo, basta dare uno sguardo al comparto delle opere pubbliche, uno dei motori che dovrebbe essere in grado di riavviare la crescita, grazie proprio alle risorse del Recovery Plan. Un elenco dettagliato delle inadempienze dei vari dicasteri competenti sono stati resi noti i vari provvedimenti attuativi nel settore degli appalti ancora da adottare, secondo il monitoraggio del Sole 24 Ore.



Si è scoperto che delle risorse della Legge di Stabilità, pari a 19 miliardi di euro nell’anno 2020, non era partito nulla perché non erano stati fatti i vari decreti attuativi. Atti non prodotti che partono addirittura dal 2017. Il decreto legge sblocca cantieri, emanato il 19 Aprile del 2019, è stato presentato alle Commissioni competenti del Parlamento, solo a gennaio 2021.



Dei 62 provvedimenti previsti dal codice appalti del 2016, ne sono stati attuati solo la metà. Del decreto sblocca cantieri, sono operativi solo 10 su 22, e per quanto riguarda il decreto legge semplificazione, è tutto fermo. Dati che preoccupano anche la commissione europea. All’Italia non resta che chiedere un proroga dei termini di presentazione ufficiale del Recovery Plan a Bruxelles, di almeno tre mesi, motivata anche dalla nostra crisi politica.



Per quanto riguarda le opere che interessano la Liguria, ci sono il completamento della linea ferroviaria Genova Ventimiglia, che costerebbe 1540 milioni di euro e che fa parte della Legge Obiettivo ed è all’inizio della sua fase progettuale. E ancora per quanto riguarda le infrastrutture ferroviarie, all’interno della Legge Obiettivo, si trova anche il completamento del raddoppio della Pontremolese, collegamento tra La Spezia e Parma, opera ferma ormai da sei anni e del valore di 2.304 milioni. Tra le opere da sbloccare nel Dpcm, non c’è nessuna opera della Liguria, se non, per quanto riguarda i porti, la Diga foranea di Genova, opera da 700 milioni di euro e per cui si è ancora alla fase del progetto di fattibilità.


Resta da capire quanti finanziamenti arriveranno effettivamente alla Liguria per la realizzazione di queste opere.


Il presidente della regione Giovanni Toti, in consiglio regionale, ha avanzato la proposta della “costituzione di una commissione permanente sul Recovery Plan da insediare come commissione speciale nell’ambito del consiglio regionale per la nascita di una cabina ristretta di dialogo con cui affrontare di volta in volta, i vari temi” (LEGGI QUI).



Proposta accolta favorevolmente anche da parte dell’opposizione. 
Fabio Tosi,  capogruppo del M5s in regione, dice: "Basta giochi politici, ora bisogna lavorare insieme per il bene della Liguria”.



E si terrà proprio in giornata un incontro ai vertici tra, il Presidente del Consiglio, e la Conferenza delle Regioni, per chiarire alcuni spetti tecnici riguardo alle competenze sulle materie concorrenti tra Stato e Regioni.



Secondo Toti, è possibile che nel dibattito che seguirà, così come in quello tra Governo e Regioni, vi siano argomenti singoli che riguardano soprattutto le grandi infrastrutture o le grandi riforme di sistema già finanziate dal Governo nazionale, e fra queste ipotesi ha citato la diga del porto di Genova, la ferrovia del Levante, la ristrutturazione della rete viaria nazionale come la statale Aurelia.


Peccato però che, come abbiamo visto, tra le opere previste dal fondo, in realtà ben poche riguardino la nostra regione, e che si lascino fuori delle importanti opere infrastrutturali, alcune delle quali citate proprio dal presidente Toti.