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Il tecnico della Sampdoria scettico sulla possibilità di una ripresa scaglionata della serie A
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Il tecnico della Sampdoria Claudio Ranieri invita tutti ad attenersi alla realtà: "L’Italia è sommersa come se fossimo in guerra. Gli ospedali delle grandi città in ginocchio: pensi quelli di provincia o se il dramma del Nord fosse capitato al Sud, con strutture meno idonee e ricettive. Senza contare che le trasferte sono viaggi e in Italia non ci sono più zone franche. Quando luoghi e alberghi saranno sicuri? Si parla di gare in campo neutro, escludendo qualche regione. Non sono d’accordo: o si riprende tutti o nessuno".


"Il governo - dice a Repubblica - può dire ricominciamo o no, ma spetta ai medici deciderlo. Si è capito che questo virus può dare complicazioni al cuore: prima di tornare ad allenarsi, vale per la Samp e per tutte le squadre, è dovere dei medici ridare ad ogni atleta l’idoneità completa. Non solo una visita generale, ma approfonditi controlli cardiaci. Con la salute non si scherza”.

“Mai direi no a una partita. Ma in un’emergenza come questa - conclude - bisogna essere seri. Non entro nella polemica, dico cosa dobbiamo aspettarci alla ripresa: chi è stato colpito dal virus, durante i primi allenamenti si sentirà fiacco. Sarà peggio di un ritiro estivo, perché c’è l’aggravante, per chi è stato contagiato, della malattia. E prima del campo, insisto: massima sicurezza. Poi, dopo il via libera, starà all’allenatore e allo staff capire chi può reggere una gara e chi no. Tra l’altro si ipotizzano 3 partite a settimana, tutte a pieno regime. Cosa già difficile prima che arrivasse il coronavirus”.