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La cronaca di un'opera vitale per il territorio
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Di raddoppio ferroviario nel Ponente ligure si discute da quasi un secolo. Un'opera attesa, realizzata a spizzichi e bocconi in alcune parti, e che manca ancora nella parte tra Finale Ligure e Andora. L'attenzione sul tema torna di strettissima attualità nell'agosto del 2013, quando il senatore ligure Maurizio Rossi porta la questione sul tavolo della Commissione Trasporti del Senato.

Alla seduta è presente l'allora ministro dei Trasporti Maurizio Lupi che, pur riconoscendo la criticità della situazione, dichiara che "il binario unico ce l'abbiamo non solo al confine con la Liguria ma ce l'abbiamo, drammaticamente, anche in altre aree del Paese". Un'affermazione vera, che non tiene però conto del fatto che la tratta ligure rappresenta una linea internazionale. Di lì a poco la realtà avrebbe fatto prendere coscienza al ministro della specificità della situazione del Ponente ligure.

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Il 17 gennaio, infatti, accade il 'fattaccio' di Andora, con un treno Intercity che deraglia poco prima di Cervo e lascia la Liguria spezzata a metà per più di un mese (la rimozione avverrà soltanto il 25 febbraio). A quel punto Lui ritratta e riconosce l'importanza di accelerare i tempi per la realizzazione del raddoppio.

Pochi mesi dopo, siamo ad aprile 2014, il ministro Lupi - impegnato nella campagna elettorale per le Europee - torna in Liguria e promette nuovamente di accelerare sul raddoppio. L'idea del ministro è - a fronte delle difficoltà nel reperire le risorse per l'intera opera - di procedere per lotti. Un'idea tuttavia non praticabile, almeno secondo quanto afferma nel novembre successivo l'ad di Ferrovie Michele Elia.

Rispondendo a una domanda del senatore Rossi, l'amministratore delegato spiega che lo spacchettamento non riusicrebbe a passare il vaglio del Cipe, in quanto "non può essere approvato un progetto già definitivo se non c’è la copertura finanziaria di quest’opera". Lupi non gradisce questa presa di posizione e attacca il senatore Rossi e lo stesso Elia. Le vicenda di queste ore mostrano che a sbagliare fosse invece lui.

Dopodiché Lupi esce di scena in questa vicenda (il 20 marzo si dimette dalla carica di ministro per lo scandalo che lo ha travolto) e l'interlocutore al Ministero delle Infrastrutture diviene Graziano Dlerio. Già a giugno il senatore Rossi chiede al neo ministro di prendere in mano la situazione del raddoppio.

Passano alcuni mesi e a fine settembre il tema del raddoppio torna a infiammare il dibattito ligure. L'intervento sulla ferrovia del Ponente ligure non viene infatti incluso nell'elenco delle opere prioritarie per il governo. La notizia fa andare su tutte le furie i sindaci della Riviera dei Fiori, infuriati per la decisione dell'Esecutivo. Il 7 ottobre il senatore Rossi ha un colloquio telefonico con Delrio, nel quale il ministro lo rassicura sulla strategicità del raddoppio ferroviario del ponente ligure. Rossi scrive una lettera in cui informa le istituzioni liguri del colloquio avuto con il Ministro Delrio.

Si arriva così alla giornata di ieri, 24 maggio 2016, quando nel corso di un'audizione alla Commissione Trasporti del Senato il senatore Rossi pone una serie di domande su tematiche liguri all'ad di Rfi Maurizio Gentile. In particolare, il parlamentare genovese chiede perché non siano ancora partiti i lavori per il raddoppio ferroviario a Ponente. A quel punto Gentile svela quanto nessuno si attendeva: il Cipe ha bloccato ogni investimento sino a quando non ci saranno tutti i finanziamenti per completare l'opera. Serve dunque un miliardo e mezzo sul tavolo. E tutto riparte da zero.