cronaca

Ultimo editoriale da Direttore di Primocanale
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Si alternano immagini, volti, parole, oneri e onori, sorrisi e discussioni, gioie e dolori, davanti e dietro le telecamere. Lascio la direzione di Primocanale dopo quasi quattro anni intensi che hanno affinato un lungo percorso professionale iniziato vent’anni fa quando in punta di piedi feci il mio ingresso a Primocanale che, con il passare del tempo, è cresciuta senza mai fermarsi, è evoluta in una realtà editoriale cross mediale, è diventata, con sempre maggior forza, punto di riferimento per i liguri e non solo.

I risultati regalano soddisfazioni, tanto più se collocati in un periodo di trasformazioni ed enormi difficoltà per il mondo dell’informazione come quello che stiamo vivendo. Gli ascolti televisivi, la crescita continua di accessi sul sito e sulle pagine social sono però solo una minima parte di quel motore che ha generato dapprima un senso di appartenenza, poi la consapevolezza e l’orgoglio di essere dentro una realtà così vicina ai cittadini della Liguria. Più che i risultati sono i rapporti umani, personali e professionali, in azienda e all’esterno, il contatto e il confronto con il pubblico, a rendere per me più emozionante il bilancio di questa esperienza

Gioie e dolori, dicevo, vissuti in redazione e sul campo. Sono stati anni di emergenze, anni duri per Genova e la Liguria, a cominciare dal crollo di Ponte Morandi. Riaffiorano ricordi: quel messaggio delle 11.36 mentre al supermercato con mio figlio vivevo momenti di spensieratezza e tutto si è interrotto, Tiziana che fa partire la diretta, la chat della redazione che spontaneamente diventa un insieme di “sto arrivando”, “rientro dal Trentino”, “non parto per le vacanze”. E, poi, in poco tempo, tutti al lavoro. Per giorni, settimane, mesi, lunghe dirette dedicate a una tragedia che ha toccato tutti.
Abbiamo fatto il possibile per essere una televisione al servizio di una comunità ferita, prima di tutto in nome delle vittime, nel rispetto dei familiari. Lo abbiamo condiviso davvero, emotivamente, quel sentimento. E poi per gli sfollati, gli abitanti ai confini con la zona rossa, gli imprenditori in crisi, le persone che hanno perso il lavoro dopo il crollo. Il tempo passa, gli incarichi finiscono, restano impressi gli sguardi e le voci delle persone a cui abbiamo cercato di dare il nostro microfono come fosse un megafono.

Allo stesso modo potrei raccontare tante altre storie, altre emergenze: la mareggiata, le alluvioni, la pandemia che viviamo ancora oggi. Ho sposato la linea editoriale, quella che ci ha portato al fianco di chi ha bisogno di spazio, di raccontare in diretta i problemi, i dubbi, talvolta le paure, ottenendo le risposte che, altrimenti, è difficile avere: al servizio del pubblico, come il nome di una delle nostre fortunate trasmissioni, con quello spirito.

Ed è uno spirito che Primocanale ha cercato di interpretare sempre: la cronaca, la politica, l’approfondimento, puntando su interazione e coinvolgimento del telespettatore e del lettore. E così anche nei momenti positivi: quelli della ripartenza, quelli della festa, con una ininterrotta interazione con il pubblico: dal racconto e nel commento delle imprese sportive, con la passione dei tifosi, le polemiche e il divertimento, alle dirette dei grandi eventi, legati alla cultura, alla tradizione, alla bellezza della nostra regione, come avvenuto con il tour estivo che ha attraversato la Liguria su un grande tir trasformato in studio televisivo e che ha ulteriormente rafforzato il contatto con la gente.

Rubo ancora qualche riga per i ringraziamenti: innanzitutto a mia moglie Serena e mio figlio Tommaso che mi hanno sostenuto e hanno sopportato me e le mie assenze, poi ai miei genitori, a tutti agli amici e alle persone che mi hanno appoggiato e aiutato, puntellato e criticato, e tutti quelli che ci sono stati.

Ringrazio l’editore Maurizio Rossi per avermi dato questa opportunità irripetibile che mi ha fatto crescere professionalmente e umanamente, ma anche per la sua costante presenza in azienda, in tutti i modi, a tutte le ore: fabbrica di idee, di consigli e imperativi. Abbiamo condiviso un grande lavoro, molte scelte e anche questo momento, quello del cambio di direzione. Al mio successore, che si dovrà cimentare con le nuove sfide del settore e che ha le carte in regola per ottenere grandi risultati insieme a tutta l’azienda, va il mio sincero in bocca al lupo.

Concludo con il grazie ai colleghi della redazione, ai dipendenti e i collaboratori di tutti i settori. Una squadra di lavoratori, di appassionati, per certi aspetti una squadra di matti, ma soprattutto di veri professionisti. Oggi vorrei abbracciarli uno per uno, ma la pandemia impedisce anche questo. Per questa squadra, con questi professionisti, ho la fortuna di aver lavorato a stretto contatto e di poter portare avanti altri progetti, guardando nel frattempo gli orizzonti che si aprono in un mondo, quello dell’informazione e della comunicazione, che cambia alla velocità della luce. E Primocanale, sono certo, continuerà ad essere un faro per tutta la Liguria.