Cronaca

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Storie d'estate, rumorose e che fanno riflettere. Succede a Mignanego dove nell'ultima domenica d'agosto - come ha raccontato Primogiornale - le guardie zoofile sequestrano il cinghiale già in pentola da servire sulle tavole della festa parrocchiale. Era il "bottino" offerto dalla locale squadra di cinghialisti, quello che porta sotto il campanile decine di persone desiderose di provare il profumato piatto della sagra. Ma la cena deve ripiegare su pasta, salsiccia e focaccette perché i pentoloni di cinghiale vengono sequestrati. Motivo: consentito vendere soltanto cacciagione d'allevamento.

Nella bocca di tutti resta esclusivamente l'amaro della vicenda. “Legge del 1992” spiegano le guardie. Allargano le braccia, gli organizzatori. Le leggi si rispettano, non si commentano. E probabilmente a Mignanego hanno sbagliato, l'hanno ammesso. Stop.

Restano però le riflessioni successive. Primo: quanta solerzia per una contestazione che non riguarda di certo la parte igienica, vanto di quella associazione. Cinghiali sempre controllati a dovere. Secondo: l'era è ormai quella del tutti contro tutti, non esiste più sagra di paese o campanile che tenga. Esasperazione. Terzo: oltre alla legittima preoccupazione di trovare in vita il cinghiale Piero, se neppure più la sagra va bene, qualcuno dica come si ferma l'invasione di queste bestie agli orti o ai giardini dell'entroterra.