salute e medicina

A Sampierdarena arrivano il 45-50% delle ambulanze dell'area metropolitana
2 minuti e 44 secondi di lettura
"Curiamo tutti senza distinzione ma non possiamo andare avanti così a lungo". Così Alessandro Rollero direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale Villa Scassi di Genova. “Qui a Sampierdarena arriva il 45-50 % delle ambulanze dell’area metropolitana la situazione è pesante come lo è in tutta Italia e nel mondo, il pronto soccorso è affollato anche se riusciamo a garantire per ora tutte le cure a tutte le persone che vengono qui da noi”, racconta Rollero.


I numeri, spesso freddi e brutali, aiutano a capire la portata della criticità: "Stamattina abbiamo un'ottantina di pazienti Covid e una ventina di pazienti non Covid nell’area dell'osservazione breve poi ci sono tutti i pazienti che ruotano nelle salette di visita quindi il numero è abbastanza alto anche perché gli spazi sono relativamente piccoli come personale medico abbiamo sette medici al mattino che devono farsi carico sia della parte Covid, quindi 80 persone, sia della parte non Covid quindi li distribuiamo in modo da avere una proporzione adeguata per quello che è il carico di lavoro; gli infermieri sono 9-10", prosegue Rollero.

Quali sono le differenze tra i pazienti della prima e di questa seconda ondata? "Rispetto alla prima ondata abbiamo visto che l'età media si è abbassata, noi riusciamo a capire un po' meglio come curarli rispetto a prima e abbiamo uno schema terapeutico più adeguato fortunatamente perché l'esperienza ci ha insegnato qualcosa di questo virus". Cosa si può e deve fare ora nell’imRollero non ha dubbi: "Fondamentale la gestione del territorio qui in pronto soccorso non dovrebbero venire pazienti con pochi sintomi o addirittura per fare il tampone molecolare e invece ancora accade, poi bisogna cercare posti letto dove poter inviare pazienti che sono stati diagnosticati e che sono stati trattati inizialmente in pronto soccorso ma che non sono più da pronto soccorso, queste due cose credo che siano alla base del della lotta contro la pandemia".


Quanto si potrà andare avanti in queste condizioni? "Non ne ho la più pallida idea ma non a lungo, noi ce la mettiamo tutta e andiamo anche oltre, alcuni reggeranno alcuni non ce la faranno sperando che non si ammali nessuno perché c'è anche purtroppo questa possibilità: penso che nuovi operatori o un turnover tra gli operatori dell'azienda potrebbe essere un una buona soluzione al fatto che non sempre gli stessi debbano affrontare questa situazione”. Gli occhi di Rollero non mentono, sono stanchi, i suoi come quelli degli operatori che si incontrano fuori dal pronto soccorso.

Il direttore però ci tiene a mandare un messaggio a tutti e in particolar modo a chi ha un caro ricoverato: "Qui dentro ci sono persone che stanno male a cui noi diamo tutto il nostro impegno è tutta la nostra devozione, curiamo tutti senza distinzione a tutti i parenti che stanno fuori voglio assicurare che viene fatto tutto il possibile non abbandoniamo nessuno magari scarseggeremo un po’ in quella che è la performance ospedaliera perché avere 80 persone in uno spazio relativamente piccolo non ti consente di fare di fare dell'eccellenza però l'aiuto e le cure sono assicurati a tutti".