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Dal Corsera al 'Fatto' le inchieste sul voto inquinato
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Le contestate Primarie vinte da Raffaella Paita restano un caso nazionale. Quanto avviene in Liguria attira l’attenzione degli osservatori perché potrebbe rappresentare un laboratorio per gli sviluppi della politica italiana. È di questo avviso Ferruccio Sansa, che sul Fatto quotidiano ricorda come già in passato la Liguria abbia “segnato spesso la strada dell’Italia”. L’indicazione che arriva dalle Primarie liguri è di un governo nazionale di “centrosinistradestra”. Un “turbo inciucio”, per dirla con le parole di Sansa.

Di Primarie liguri e delle prossime mosse si è parlato anche nell'ultima puntata di Piazzapulita su La7. Lanciando un servizio, Corrado Formiglia ha affermato che "lo strappo di Cofferati è il primo passo di una scissione già cominciata". E un anonimo diigente del Pd ha rivelato che "forse si può ricominciare a pensare a un partito che abbia senso in Liguria e non solo. L'idea di Cofferati era la creazione di un laboratorio che riguardasse un po' tutti i soggetti di sinistra, non solo partitici con i quali discutere insieme e fare le cose."

Durante la trasmissione, la filosofa Roberta De Monticelli ha dato un gudizio tranchant sull'operato della giunta Burlando. "Io vorrei che tutti leggessero, a proposito di queste primarie, a proposito della signora Paita, il libro si Sansa e Preve, "Il partito del cemento", per vedere di che tempra sono fatti gli amministratori di quella regione. Il disastro non sono queste primarie, nonostante non sia gran ché di questione morale comprare gli immigrati per dare voti, il disastro sono i morti, i morti che ci sono stati l'autunno scorso, che ci sono stati l'autunno prima, che continueranno ad esserci", ha detto la De Monticelli. 

Sabato scorso il Fatto Quotidiano ha raccontato come Raffaella Paita avesse avuto “un posto di lavoro”, si fosse “beccata mesi di contributi dal Comune di La Spezia”, ma che non avesse “mai messo piede in ufficio”. Per vedere se così fan tutti, Ferruccio Sansa ha lanciato un appello: “Egregi consiglieri regionali liguri, mandateci il curriculum. Dichiarate sotto la vostra responsabilità che avete già un lavoro”.

Il Fatto Quotidiano ha intervistato inoltre il grande sconfitto delle Primarie liguri, quel Sergio Cofferati che ha sbattuto la porta e se ne è andato dal partito che lui stesso aveva contribuito a fondare. Le parole dell’ex sindaco di Bologna sono soprattutto concentrare sul significato politico della vittoria in Grecia della sinistra di Alexis Tsipras. Ma c’è spazio anche per i possibili scenari regionali. “Credo che ci sia un grande spazio in Liguria per un’iniziativa di carattere civico. Un nuovo terreno di incontro tra culture e sensibilità diverse nel campo largo del civismo progressista”, ha confermato Cofferati.

Del caos scatenato dalla campagna elettorale aggressiva di Raffaella Paita e dalle irregolarità durante il voto dello scorso 11 gennaio, si è occupato anche il Corriere della Sera.
Un articolo dal titolo estremamente emblematico (“Patti segreti e alleanze pericolose, ecco il pasticcio dei gazebo liguri”) ripercorre la vicenda delle Primarie liguri e delle tante ombre che vi aleggiano intorno. Si parte dal giovane presidente del seggio di Genova Certosa, che ha denunciato “una grande affluenza di gente mai vista alle precedenti primarie”. Come riporta il Corsera, “nel gruppo c’è Umberto Lo Grasso, ex consigliere comunale dell’Italia dei valori, rinviato a giudizio con l’accusa di aver raccolto nel 2010 firme false per conto di una lista collegata al presidente uscente, poi rieletto, Claudio Burlando. Altri due sono membri di una famiglia che appartiene alla folta comunità siciliana del ponente genovese, con precedenti penali per spaccio di droga e furto”.

Marco Imarisio, che firma l’articolo del Corriere della Sera, ricorda le critiche rivolte a Claudio Burlando per “aver svolto nel suo secondo mandato di presidente della Regione il ruolo di sindaco della Liguria, saltando corpi intermedi e parti sociali, dialogando solo con i primi cittadini non importa di quale colore, ai quali avrebbe indirizzato le risorse comunitarie invece di destinarle alla tutela del territorio”. Imarisio sottolinea la candidatura con largo anticipo di Raffaella Paita e lo scontro interno al partito in seguito all’alluvione dello scorso ottobre sull’opportunità di celebrare le Primarie. Da quella faida interna se ne uscì con la posizione del vice segretario del Pd Lorenzo Guerini, che in un incontro romano disse: “Trovatene un altro e fate queste primarie”.

L’altro candidato fu individuato nell’eurodeputato ligure Sergio Cofferati, che “quando i vertici del Pd regionale gli chiedono di scendere in campo, non sa che il lavoro di presunto inquinamento del voto che denuncerà come causa della sua sconfitta è cosa fatta”. Come evidenzia l’articolo del Corsera, “Burlando ha messo a disposizione di Paita la sua rete di sindaci tanto criticata dal Pd regionale”. Tra questi “l’ex vice sindaco di Albenga e gran rastrellatore di voti Roberto Schneck”, che “alle primarie diventerà il principale indiziato dei cinesi e delle squadre di calcio ai seggi”. Ad Albenga i carabinieri hanno interrogato alcuni giovani dell’Albenga Calcio in tal senso.


Il Corriere della Sera riporta lo scarso consenso che circonda Raffaella Paita a Genova e l’importanza decisiva del capoluogo in termini numerici alle elezioni regionali della prossima primavera. Ma, come sottolinea amaramente Ferruccio Sansa sul Fatto, “Paita inanella ormai uno scandalo alla settimana. Eppure probabilmente vincerà le elezioni”. La conclusione più logica è quella sul Corsera: “Povera Liguria”.