politica

Conflitti di interesse, larghe intese e sistema di potere
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“Il porto di Genova è un business di famiglia. […] La gestione del più importante scalo marittimo italiano si decide tra la cucina e il soggiorno. Un conflitto di interessi che rischia di diventare ancora più grande, con la candidatura di Raffaella Paita alla primarie del Pd ligure per la presidenza della regione, attese l’11 gennaio. Che la coppia abbia molti interessi in comune lo dimostra la staffetta proprio nell’assessorato alle Infrastrutture. Merlo lo ha occupato fino al 2008. La moglie lo ha sostituito a partire dal 2010. Governatore, sempre Claudio Burlando.” Il sito web del Corriere della Sera, il più diffusione quotidiano nazionale, entra a piedi uniti sulle Primarie del centrosinistra in Liguria. E la fa con una notizia in home page dal titolo più che indicativo: “Gli affari di coppia della renziana che sfida Cofferati”.

Il marito di Raffaella Paita, Luigi Merlo, “è il presidente dell’Autorità portuale, nominato nel 2008 dal governo Prodi e riconfermato da quello Monti nel 2011, con la sponsorizzazione di Claudio Burlando, per 10 anni governatore della Liguria”. E il Corriere.it sottolinea anche i legami (ufficiali) che la coppia porta avanti pur di raggiungere l'obiettivo “di sostituire il presidente regionale uscente, giunto al termine dei suoi mandati. Ha il sostegno di Burlando e del Pd ligure, di parte della corrente scajoliana di Forza Italia, del Nuovo centrodestra […] E del marito, ovviamente, che gestisce uno dei nodi nevralgici dell’economia regionale. Paita sfida il parlamentare europeo Sergio Cofferati, certamente più noto nel popolo della sinistra. Ma per nulla inserito nell’intricato sistema di potere ligure. Un sistema nel quale le cosche della ‘ndrangheta sono sempre riuscite a infiltrarsi, alla ricerca di influenza politica e appalti. Il nome di Merlo, ad esempio, spunta nell’inchiesta Pandora del 2009, relativa alle presenza negli appalti pubblici delle cosche della piana di Gioia Tauro, in cui spicca, secondo gli inquirenti, Gino Mamone, imprenditore nel settore dei rifiuti e del movimento terra”.

Luigi Merlo “non è mai stato indagato per i suoi rapporti con Mamone. Anche l’imprenditore calabrese è uscito indenne dal processo seguito all’inchiesta Pandora a causa di un errore formale nelle notifiche per il processo di appello (in primo grado era stato condannato a 3 anni di reclusione). Ma è stato incastrato, questo novembre, nell’inchiesta Albatros della procura genovese, che ha chiesto e ottenuto il suo arresto […] Con Merlo Mamone parla anche di voti”. La situazione è confermata da un sms che il presidente dell'Autorità portuale di Genova (e marito di Raffaella Paita) ha mandato all’imprenditore durante le elezioni comunali alla Spezia del 2007:

“MERLO - Caro Gino se hai qualcuno a Spezia ti sarei grato se facessi votare Andrea Stretti. È un quarantenne molto preparato e serio. Grato per quanto vorrai fare. Mamone lo richiama poco dopo. E si mette a completa disposizione.

MAMONE - Senti io ti lascio due numeri di telefono dei miei ragazzi che con i dipendenti nostri che abbiamo giù, se tu li puoi contattare o se vuoi ti faccio chiamare da loro li vedi un attimo perché vivono a Spezia questi e conoscono mezzo mondo... MERLO: Ehhhh si fammi chiamare se no!”(…)


Il Corriere.it ricostruisce quindi i legami tra Raffaella Paita e alcuni tra i suoi principali sostenitori. “Andrea Stretti viene eletto, ed oggi è assessore alla Sanità nel Comune di La Spezia. È uno dei più ferventi sostenitori della campagna elettorale di Raffaella Paita, insieme a gran parte degli amministratori locali liguri. Di entrambi gli schieramenti. Tra questi spicca l’ex An e Pdl, ora capogruppo in Regione del Nuovo Centrodestra, Alessio Saso, finito nello scandalo Maglio 3, su rapporti tra politica e ‘ndrangheta (gli investigatori lo intercettano mentre chiede voti ad alcuni capoclan). E Franco Orsi, Dc di nascita, ora Forza Italia, ex senatore e vicepresidente della Regione, oggi sindaco di Albisola, molto vicino a Claudio Scajola (sotto processo a Reggio Calabria)”.

Una serie di endorsement e adesioni che hanno provocato brividi lungo la schiena ad alcuni notabili in via del Nazareno. Il primo a prenderne le distanze è stato “Pippo Civati che ha lanciato l’hastag #facciamoneameno. Ma nel Pd ligure sono abituati alle larghe intese. È noto in regione il feeling tra i due Claudio - Burlando e Scajola – specialmente sulle decisioni economicamente più importanti. Tanto che il governatore è stato inserito nella lista dei test della difesa nel processo che a Reggio Calabria mette alla sbarra l’ex ministro degli Interni, accusato di aver coperto la latitanza dell’ex parlamentare Pdl Amedeo Matacena”.