porti e logistica

Al via le grandi opere che trasformeranno il volto di porto e città
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Per Genova il 2021 sarà un anno indimenticabile”: parola di Paolo Emilio Signorini, da poco confermato per un secondo mandato alla presidenza dell’Autorità di sistema del mar Ligure occidentale. “Grazie alla sinergia tra regione, comune, authority e commissari, il prossimo anno saranno appaltate tutte quelle opere che cambieranno il volto alla città”.

Un prospettiva importante per il capoluogo della Liguria e per il suo porto che hanno potuto mettere a budget la somma record di 2 miliardi di Euro per tutti gli interventi che renderanno più competitivo e sostenibile lo scalo. Uno dei lavori più significativi (e costosi) è la nuova diga foranea: “Stiamo organizzando il debat public – racconta Signorini – quando vedrete le fotografie e le simulazioni capirete benissimo il perché di tanta importanza. Con la nuova diga potremo cambiare il destino del porto di Sampiedarena, allargando a 800 metri lo spazio di manovra, e separeremo i diversi flussi (crocere, cargo, yacht, barche a vela) che oggi sono costretti a passare nello stesso canale, a danno della sicurezza”.

Nel frattempo, l’anno che sta per arrivare rischia di essere ancora caratterizzato dall’emergenza Covid: “Credo che sul piano dei traffici resteremo in una situazione di incertezza per il tutto il primo semestre e da questo punto di vista mi auguro che il quadro sia simile a quello dell’ultimo periodo, in cui abbiamo sperimentato una contrazione nei volumi ancora abbastanza sostenibile. Per la seconda parte dell’anno, invece, grazie al vaccino e a un’auspicabile riduzione dei contagi, credo sia giusto far prevalere un cauto ottimismo”, dice il presidente del porto. Che spiega, con i numeri, l’impatto della pandemia: “Prima del crollo del Morandi stavamo crescendo del 4,9% e abbiamo chiuso l’anno in sostanziale pareggio. Nel 2019 abbiamo subito una flessione del 2%, nel 2020 chiuderemo a -15,9%: il Covid è stato uno tsunami”.

Tra i settori in assoluto più colpiti c’è quello delle crociere che ha sostanzialmente azzerato il proprio giro d’affari: “Le compagnie hanno fatto un lavoro straordinario – dice Signorini – combattendo come leoni contro una ferita quasi mortale, inferta nel loro momento di massimi fatturati e grandi investimenti. Per fortuna gli imprenditori hanno deciso di scommettere sul medio – lungo periodo, convinti, come lo sono io, che le crociere riprenderanno e il settore tornerà a correre come prima della pandemia”.

Leoni, si, ma anche tra loro, visto che Msc e Costa a Genova litigano, mentre in altri porti stringono alleanze: “Ci sta che tra grandi compagnie ci sia qualche tensione, Genova del resto, anche per ragioni storiche, è un porto importante per entrambi. Ma le istituzioni sono coese – spiega il presidente – cercheremo di trovare anche qui un accordo che soddisfi le esigenze di tutti”.

In porto si litiga anche tra terminalisti, la fusione Psa – Sech non piace né ad Aponte né ad Aldo Spinelli: “Quando ho iniziato a lavorare nella pubblica amministrazione – ironizza Signorini – mi hanno spiegato che quando le voci contrarie sono tante non è necessariamente un male. Scherzi a parte, per benedire questa operazione abbiamo consultato l’antitrust, l’autorità dei trasporti e l’avvocatura dello Stato: so bene che Psa è un soggetto che detiene un alto potere di mercato ma la sua condizione va osservata secondo le attuali dinamiche, con fusioni e aggregazioni in tutti i settori dello shipping. E’ in questo nuovo gigantismo che vanno valutate queste operazioni”:

In mezzo ai giganti, c’è la Compagnia Unica, salvata all’ultima curva dall’intervento di Palazzo San Giorgio che ha convinto i terminalisti: “I quali fanno baruffa con la Culmv ed entrambi i soggetti hanno le loro ragioni – spiega un ecumenico Signorini – era una situazione che andava accompagnata, così come il Governo e il Parlamento hanno aiutato e accompagnato moltissimi settori. Questa è una fase in cui dobbiamo essere coesi e solidali, poi nel 2021 giocheremo la partita vera, quella dell’efficienza: attraverso trattative che già immagino ruvide, giungeremo alla definizione di accordi tariffari equi tra la Compagnia e i terminalisti e punteremo al massimo sulla produttività del lavoro. Non nascondiamo la sabbia sotto il tappeto, su questo è stato chiaro anche il presidente della regione Toti”.

E sul futuro dell’Autorità di Sistema, Signorini torna a battere sul tasto della trasformazione in Spa: “Noi dobbiamo giocare ad armi pari con i nostri competitor del nord Europa – conclude Signorini – nel mio primo mandato non ho trovato le condizioni per attuare questo mio progetto poiché sia i governi che le organizzazioni dei porti italiani non erano d’accordo. Oggi mi pare che il vento stia cambiando”.