porti e logistica

Respinta l’ipotesi di un controllo diretto, la Compagnia rischia ora il fallimento
1 minuto e 3 secondi di lettura
Un debito da 882 mila euro al centro del braccio di ferro tra la Compagnia Unica del porto di Genova, la Culmv, e i terminalisti, che dovrebbero coprire l’ammanco nel bilancio, in cambio di una firma su un piano di risanamento della Compagnia per il futuro (CLICCA QUI).


 
La trattativa si trova al momento a un punto di stallo. Con i terminalisti da una parte, che hanno posto come condizione per la copertura del debito, di avere il controllo diretto in Compagnia Unica, e la Culmv, dall’altra, che per voce del suo Console Antonio Benvenuti, respinge con forza questa ipotesi, e dice: “Io non controllo i terminalisti, e i terminalisti non devono controllare me”.

E si attende ad ore l’esito del comitato portuale che deve approvare un bilancio da 2 milioni di euro, extra agli 882 del debito, come contributo per il risanamento dei vecchi debiti che la Compagnia ha creato negli anni, ma essendo l’ente pubblico non può darli. 

Se non si troverà una soluzione la Culmv rischia il fallimento. Il console Benvenuti aspetta ora di essere convocato, ma conferma l’intenzione di rigettare la proposta dei terminalisti portando così le due posizioni ad un muro contro muro.