porti e logistica

Forte preoccupazione degli operatori del settore
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Stato di agitazione e uno sciopero in data da decidersi in tutti gli scali italiani: finora sono questi gli unici risultati concreti del Governo sulla riforma dei porti. "Non c'è ancora un testo, ma dovrebbe arrivare entro una settimana", dice Enrico Maria Pujia nel corso del convegno organizzato a Roma dall'associazione delle compagnie portuali, l'Ancip.

Manca il testo Lupi, ma per ora c'è il testo Guidi, quello che fissa la scadenza delle concessioni e cancella le compagnie. È anche quello che sembra mettere d'accordo tutti i partecipanti (nel senso che per tutti sarebbe meglio che non parlasse di porti). Scontentando sia i terminalisti sia i camalli, il DDl è riuscito nel l'exploit di mettersi tutti contro ancora prima di essere pubblicato. "Per noi non esiste", riassume laconico il genovese Marco Conforti, presidente di Assiterminal. Non si capisce nemmeno se davvero il testo venerdì finirà o no sul tavolo del consiglio dei ministri, tra voci contrastanti e nessuna certezza. Nel frattempo però i sindacati annunciano sciopero.

In tutto questo rispunta il disegno di riforma fermo da un anno e mezzo al Senato, con i Senatori Matteoli e Filippi che esprimono un fastidio bipartisan per le mosse del governo e chiedono che le riforme si facciano in Parlamento. E che qualcosa davvero non vada nel modo in cui il governo affronta i temi della portualità lo si capisce soprattutto dall'intervento dell'ammiraglio Felicio Angrisano: "È difficile che qualcuno investa sui porti se al 31 dicembre 2016 si ricomincia tutto da zero". Parole pesanti se a pronunciarle non è un'associazione di categoria, ma il comandante generale delle capitanerie di porto.

"Confidiamo che venerdì prevalga il buonsenso - sospira Marco Dalli, presidente dell'associazione delle compagnie portuali - Certo è sbagliato generare tensioni negli scali in un momento in cui si profila uno spiraglio di ripresa, sarebbe grave se fosse il risultato di manovre politiche estranee ai porti".

Già, invece di accompagnare la ripresa per ora le riforme annunciate dal governo rischiano di ostacolare. È tutto questo ancora prima di avere visto una bozza dei testi. Col risultato che Roberto Rubboli, direttore dell'associazione delle compagnie, a fine convegno confida scherzando (ma forse nemmeno tanto) ad Antonio Benvenuti, leader dei camalli genovesi: "Certo che con Matteoli si stava meglio di adesso".

Non ci sono davvero più certezze.

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