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Nuova mappa nazionale, in tutto 8 Autorità di sistema
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Genova, La Spezia, Savona e Marina di Carrara. Sarà questa la geografia della nuova Authority portuale ligure, che si chiamerà Autorità di sistema portuale e in realtà sarà ligure-toscana, denominata Nord Tirrenica. E’ quanto prevede la riforma che il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, guidato da Graziano Del Rio, sta per licenziare, dettando le nuove linee guida della portualità italiana. Secondo l’anticipazione del Secolo XIX, ci saranno altre sette Autorità di sistema portuale. Eccole.

Nord Adriatica: Venezia, Trieste, Ravenna e Ancona; Tirrenica Centrale: Livorno, Piombino e Civitavecchia; Sarda: Cagliari- Sarroch e Olbia-Golfo Aranci; Campana: Napoli e Salerno; Pugliese: Bari, Brindisi, Taranto e Manfredonia; Calabra e dello Stretto: Gioia Tauro e Messina; Siciliana: Palermo, Catania ed Augusta.

Il documento ministeriale spiega che “in tali soggetti potranno essere concentrate tutte le principali funzioni di promozione, pianificazione, gestione e controllo oggi attribuite alle Autorità Portuali”. Ma c’è un altro elemento rilevante, oltre alla fusione, e riguarda la scelta del presidente, che “sarà nominato direttamente dal ministro, di concerto con il presidente della/delle Regione/i interessate, mentre il relativo Comitato di Gestione sarà composto, oltre che dal presidente, da ulteriori membri nominati uno ciascuno dalle Regioni interessate e, ove presenti, dalle città Metropolitane ed in ogni caso non potrà essere composto da più di cinque membri, con l’eccezione dell’Autorità Nord Adriatica”.

Che cosa significa tutto ciò? Intanto che cresce a dismisura il potere di decisione del governo e poi che l’Autorità che gestirà i tre principali scali liguri, fra i maggiori del Paese, dipenderà anche dal governatore della Regione Toscana. Addio al pletorico Comitato portuale e soprattutto ai veti incrociati che spesso hanno marcato la vita delle attuali Authority: la riforma, infatti, stabilisce che “i direttori delle Direzioni Portuali parteciperanno al Comitato, ma senza diritto di voto”.

Inoltre, è prevista “la creazione in ciascuna Autorità di un Tavolo di Partenariato della Risorsa Mare, ed in ciascuna Direzione Portuale di un Comitato di Cluster Marittimo con funzioni consultive di partenariato economico-sociale, in cui siano presenti i rappresentanti delle categorie di settore interessate e delle associazioni datoriali”.

La riforma, secondo il timing indicato dallo stesso ministro Del Rio, dovrebbe essere presentata entro le prossime settimane, forse ancor prima che il presidente dell’Autorità genovese, Luigi Merlo, rassegni le dimissioni (fine giugno). Questo va ad incrociare la scelta del successore, che a questo punto sarà inevitabilmente un commissario, il cui mandato sarà interinale proprio in attesa che il provvedimento entri in vigore e ridisegni completamente la mappa della governance della portualità italiana, quella ligure compresa.
 
La comunità portuale genovese punta, come spiegato ieri da Primocanale.it, alla concertazione anche per la scelta del commissario, ma a questo punto è probabile che la discussione fra gli enti interessati (finora Camera di Commercio, Comune di Genova e Città metropolitana, più la Regione)  e il governo venga superata dalla prospettiva del nuovo sistema di nomina (ministero e Regioni Liguria e Toscana).

L’unico tentativo che enti locali e operatori possono compiere sembra quello di convergere da subito su un nome che possa essere gradito anche a Firenze e che induca Del Rio a trasformare poi il commissario nel nuovo presidente dell’Autorità di sistema portuale Nord Tirrenica. Ma tutto si complica parecchio.