cronaca

Le supersfere assorbiranno le dilatazioni e le onde sismiche
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L'enorme struttura d'acciaio del nuovo Ponte per Genova, lunga oltre un chilometro e pesante oltre 17mila tonnellate di acciaio, è 'viva'. Respira, si muove, segue i movimenti dettati dal ciclo delle stagioni, consente la dilatazione della materia causata dal calore del sole. Il Ponte per Genova, sovraccarico com'è di significati, primo tra tutte la rinascita, sembra avere anche un lato umano che non ti aspetti. E' vivo, ma non nel senso più romantico del termine.

Per l'ingegnere Massimo Mascia, coordinatore della progettazione delle opere civili dell'ufficio tecnico di Salini Impregilo, il nuovo viadotto "è' una struttura che risente di effetti termici. Il suo 'respiro tecnico' avviene con la variazione della temperatura. Si avvicina e si allontana dai giunti posti sulle 'spalle'. Essendo una struttura molto lunga (1.067 mt, ndr) questi movimenti incidono sul giunto stradale fino a 80 cm. Si puo' accorciare o allungare". Per questo gli appoggi "sono progettati ad hoc con dispositivi che consentono il movimento contenendo entro valori molto bassi le sollecitazioni trasmesse alle sottostrutture".

E proprio qui sta una delle applicazioni ingegneristiche più interessanti, messa in opera per la prima volta in Italia su una struttura così lunga. Si tratta di speciali 'cuscinetti' sferici di enormi dimensioni, supersfere da quasi due metri di diametro pesanti 8 tonnellate e mezzo, completamente in acciaio rivestito di speciali materiali a basso attrito che si chiamano 'friction pendulum'. Sistemati grazie a enormi piattaforme sospese tra la pila e l'intradosso dell'impalcato (ovvero la struttura sottostante l'asse viario, ndr) "consentono al ponte di 'respirare' regolarmente e liberamente e, in caso di sisma, di muoversi con bassi valori di sollecitazione" svincolando in un certo senso i movimenti che provengono dai movimenti del terreno.

Il ponte è quasi finito,
dopo che i tecnici di Fincantieri Infrastructure hanno dato il via alle operazioni di varo della penultima campata da 50 metri a Ponente tra la pila 2 e la pila 3. Entro il 26 aprile, se le condizioni meteo saranno ottimali e non ci si mette di traverso il vento (previsto di burrasca, nei prossimi giorni), verrà sollevata l'ultima campata a Levante. Poi la colonna vertebrale del ponte sarà finita, pronta per essere rivestita con il calcestruzzo. "Certo un'operazione così ci mancherà. Non capita tutti i giorni di poter costruire un'opera di ingegneria complessa come questa, con tempi strettissimi e pochi margini per affrontare le sfide che ti si presentano giorno dopo giorno", ha concluso Mascia.