È il cantiere su cui sono fissi gli occhi non solo dei genovesi ma di tutti gli italiani. È il cantiere della ricostruzione del viadotto sul Polcevera, il ponte per Genova. In emergenza coronavirus i lavori non sono fermati e la sicurezza per la prevenzione del contagio è di primaria importanza. “Sin dai primi di marzo abbiamo adottato una serie di misure di tutela. Dal 19 marzo una circolare del Mit ha dettato delle regole precise per i cantieri che noi abbiamo seguito”, spiega ai microfoni di Primocanale Luciano Grasso, responsabile del settore Ambiente e Salute della struttura commissariale. Inolter, nel cantiere è stata attivata una scheda per ogni lavoratore per ricostruire i suoi spostamenti, in modo tale da poter sapere con chi è entrato in contatto in caso risultasse positivo al Covi-19-. “In caso di contagio dobbiamo ricostruire i contatti diretti, di conseguenza ogni operatore che entra al mattino viene dotato di una scheda per certificare quale sia il suo compito, la sua squadra e dove si sposta nel quartiere. Nel caso di un’eventuale febbre possiamo fare un’istruttoria di quello che è accaduto inviarla alla Asl3 che poi ricostruirà i contatti che ha avuto questa persona”, spiega Grasso. Finora un solo caso di positività al coronavirus in cantiere: un operaio risultato positivo a fine marzo. Nelle ultime ore, l’operaio è risultato negativo al primo tampone di controllo.
Nonostante lo spettro del coronavirus, le operazioni in cantiere proseguono e nella giornata di domenica è stato effettuato un doppio varo, uno nel lato di ponente e uno nel lato di levante. “Per la prima volta abbiamo avuto due sollevamenti in un solo giorno, il primo è quello della campata tra le pile 12 e 13 a levante e poi il sollevamento del primo concio della capata tra le pile 1 e 2”, spiega Leonardo Lenti, vice capo delle operazioni di Fincantieri. In settimana, secondo il programma dovrebbe essere sollevata la seconda parte della campata tra le pile 1 e 2 e a quel punto mancheranno solo tre campate da 50 metri. “I sollevamenti dovrebbero essere conclusi intorno al 20 aprile”, continua Lenti. A quel punto, inizierà una seconda fase, quella dell’asfaltatura. “Dopo il sollevamento si realizzerà la soletta in calcestruzzo e solo in seguito a questa operazione sarà possibile asfaltare e aggiungere gli accessori finali”, conclude Lenti.
“Siamo a un buon punto ma c’è ancora tanto da fare. Ci saranno altri momenti critici da superare. Andiamo avanti giorno per giorno”, le parole di Stefano Mosconi, direttore del cantiere. Tutti gli elementi del ponte sono già a disposizione dei tecnici; più complesso sarà invece reperire i materiali quali pannelli fotovoltaici e guard rail a causa dei fermi nelle fabbriche durante l’emergenza coronavirus. “Questo sarà sicuramente un tema critico nelle prossime settimane”, prosegue Mosconi. Originario della città di Bergamo, uno dei luoghi più colpiti dal Covid 19, il direttore di cantiere guarda con positività al ponte come simbolo di rinascita non solo per Genova, ma per tutta l’Italia. “Essere impegnato nel cantiere non solo aiuta ad avere meno tempo per pensare a quello che sta succedendo, ma è incoraggiante per tutti noi sapere di essere qui a rappresentare qualcosa che riesce ad andare avanti nonostante l’emergenza”, conclude Mosconi.
cronaca
Ponte per Genova e coronavirus, le misure di sicurezza in cantiere per prevenire il contagio
Tutte le mattine i lavoratori compilano una scheda indicando i loro spostamenti in cantiere
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